(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 giu. - Giuseppe Marletta ha
42 anni, fino al 1 giugno del 2010 era un brillante architetto e
padre di due figli piccoli. Esattamente un anno fa si e'
sottoposto ad un banale intervento di rimozione di punti dalla
bocca ma qualcosa e' andato storto. E' entrato in coma
irreversibile e oggi e' in "stato neurovegetativo persistente" .
La moglie Irene Sampognaro e' pronta a chiedere la sospensione
del nutrimento artificiale a suo marito se lo Stato non si
prendera' cura di lui e se non sara' fatta giustizia.
E' una storia dura quella dei coniugi Marletta, destinata ad
essere ascoltata ancora a lungo dall'opinione pubblica. "Capisco
Peppino Englaro solo oggi, perche' solo quando si e' dentro una
situazione del genere si comprende l'enormita' del dolore che
provano i nostri cari e che noi proviamo per loro - spiega Irene,
commossa, devastata e al contempo sostenuta da una rabbia
incontenibile -. Non attendero' che mio marito soffra per una
ventina di anni e oltre senza alcuna speranza, e senza giustizia.
Le istituzioni hanno ucciso mio marito e le istituzioni dovranno
trovare una soluzione, per poter consentire di sfruttare almeno
un'ultima carta. E poi voglio verita'. Che fine hanno fatto le
indagini interne dell'ospedale? E a che punto e' la magistratura?
Se non succedera' nulla intraprendero' la stessa strada di
Peppino Englaro. Sono decisa".
Giuseppe Marletta non e' quasi mai cosciente anche se pochi
mesi fa ha dato dei segnali importanti di riconoscimento dei suoi
cari. E' immobile, tracheotomizzato e aspirato ogni due ore circa
("Quando viene aspirato assume un'espressione di terrore -
raccontano i parenti - e' una sofferenza gravissima per lui") ,
nutrito col sondino, viene spostato dal letto alla sedia a
rotelle e ha perso venti chili. Soffre moltissimo e questo la
scienza lo puo' dimostrare.
Irene Sampognaro e' un'insegnante e consegna ogni mese quasi la
totalita' del suo stipendio, circa mille euro, per mantenere il
marito in una struttura specializzata a Catania. Ma poco prima il
ricovero era stato effettuato in un centro di risveglio a
Cefalu': "Oggi mio marito deve fare i conti con una piaga enorme,
di circa 10 cm di grandezza, che gli lascia scoperto l'osso
sacro. L'ha sviluppata proprio a Cefalu', ma noi non ne sapevamo
nulla. A causa di questa ferita al momento non sarebbe possibile
portarlo in Israele, per provare la cura del medico Vitali
Vassiliev. Ma e' lo Stato che dovrebbe aiutarmi in questa
eventuale impresa, costosissima e difficile".
Il ministero della Sanita' e' stato contattato piu' volte, anche
tramite il sottosegretario alla Salute Roccella, ma ha comunicato
di non poter partecipare ai costi. Oggi, ad una di distanza dalla
tragedia, Irene Sampognaro accompagnata dai suoi cari ha
protestato davanti l'ingresso dell'ospedale "Garibaldi" di
Catania, nel quartiere Nesima.
(Wel/ Dire)