PROPOSTA PRESENTATA AL CONVEGNO "IL DIRITTO ALLA SALUTE MENTALE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 27 gen. - "Definire i Livelli
essenziali di assistenza per la salute mentale". È quanto si
chiede nella proposta presentata a Roma durante il convegno
nazionale "Il diritto alla salute mentale" in corso presso
Palazzo Valentini e organizzato dalla Fondazione Angelo Celli e
dal Centro promozione per la Salute di Arezzo. Durante i lavori
della mattinata, infatti, gli organizzatori hanno presentato una
proposta per chiedere al governo di definire i Lea per la salute
mentale, per dare, spiegano del testo della proposta, "maggiore
efficacia e ampiezza di risultati operativi alla Legge 180,
peraltro mai compiutamente e omogeneamente applicata in ogni area
del Paese".
"Sappiamo che questa nostra proposta cade in un momento
particolarmente difficile - ha affermato Bruno Benigni,
presidente del centro Franco Basaglia di Arezzo -. Nessuno di noi
ha l'illusione che si possa tradurre automaticamente in una sorta
di disegno di legge o di provvedimento amministrativo.
L'importanza di questo documento e' dovuta ad una riflessione che
abbiamo fatto insieme sullo stato del paese e del dibattito sui
problemi che dobbiamo affrontare per salvaguardare il punto di
partenza fondamentale che e' stato quello della chiusura dei
manicomi, per evitare regressioni e sviluppare invece la sua
applicazione. Speriamo che questo testo costituisca una sorta di
base comune di diritti da mettere alla base dei movimenti che si
devono esercitare per affermare la riforma". Punto centrale del
documento, secondo i promotori, e' infatti la mancata
applicazione 'universale' della legge Basaglia su tutto il
territorio nazionale. "Di fatto - si legge nella proposta - la
legge n.180/1978 non e' mai del tutto universalmente applicata e
d'altronde le sue varie fasi di traduzione operativa hanno
proceduto lentamente con forti resistenze conservatrici, e non si
sono concluse in tutti i luoghi allo stesso modo".
"Siamo consapevoli che la riforma va applicata - ha spiegato
Benigni -, perche' partiamo dall'assunto che la legge 180 e'
irreversibile anche se sono molto forti e reiterati i tentativi
della sua deformazione nel tempo. Ormai, il problema centrale
dopo ai manicomi, e' quello di costruire la rete dei servizi per
l'affermazione dei diritti delle persone che non solo hanno
bisogno di essere curate, ma dei cittadini che hanno bisogno di
preservare la salute". La risposta a questo, spiegano gli
organizzatori del convegno, potrebbe essere proprio la
"definizione dei Livelli essenziali di assistenza per la Salute
mentale - si legge nel testo - che dia sostanza condivisa a tutti
servizi nati dalla riforma psichiatrica. Provvedervi, anche in un
periodo di crescenti difficolta' economiche, appare necessario
per evitare l'illusione che una regressione nel sistema di cure
sia oggi giustificata dall'idea che nulla di utile e' stato fatto
fino ad ora e che bisogna cambiare radicalmente strada. Questo
documento si regge quindi sull'assunto che la legge non va
cambiata ma va resa pienamente operativa, con una normativa che
definisca i doveri dei servizi oltre che i diritti dei cittadini".
Il testo, di una decina di pagine tratta dell'assistenza
sociosanitaria delle persone adulte con disturbi mentali, con
disturbi neuropsichici, l'assistenza semiresidenziale e
residenziale, dei percorsi individuali e "tiene conto delle
lacune registrate nella rete dei servizi e raccoglie, in
aggiunta, elaborazioni e sollecitazioni provenienti dalle buone
pratiche prodotte in Italia nel trentennio trascorso".
L'obiettivo, ha concluso Benigni, e' quello di "costituire una
sorta di carta comune su cui erigere le diverse iniziative per
raggiungere lo scopo fondamentale che e' l'applicazione della 180
ma anche la costituzione di uno stato sociale dei diritti in cui
c'e' appunto la salute dei cittadini".
(Pic/ Dire)