SANITÀ. CONGRESSO SICOP, SUL SITO LA RUBRICA DELLE IDEE
MARINO: "EVITARE I MONOPOLI DEL PRIVATO, VALORIZZARE ECCELLENZE".
Prosegue la rubrica, a cadenza mensile, sul sito del XII
Congresso della Societa' italiana di chirurgia dell'ospedalita'
privata (Sicop). Lo spazio e' dedicato ai pensieri e alle
opinioni su ospedalita' privata e chirurgia dell'ospedalita'
privata, fatta da coloro che vogliono partecipare ed esporre le
proprie idee e riflessioni: politici, chirurghi, giornalisti.
Questo mese e' la volta del senatore del Pd Ignazio Marino, che
scrive: "Il dibattito sul rapporto che deve intercorrere tra
erogatori pubblici e privati nelle politiche sanitarie e'
condizionato dalle profonde differenze che vi sono sul territorio
nazionale, con aree in cui le strutture accreditate o private
tout court rappresentano una quota limitata e altre dove esse
costituiscono una parte molto rilevante. In Val d'Aosta vi e' una
sola struttura pubblica e nessuna casa di cura privata
accreditata e l'assistenza sanitaria e' al 70% di derivazione
pubblica e al 30% privata. Nel Lazio, in Campania e in Sicilia
invece circa il 50% delle prestazioni sono erogate dal pubblico e
circa il 50% dal privato e dal privato accreditato. Nel Lazio, in
particolare, vi sono 77 istituti di ricovero pubblici contro 85
privati, in Lombardia 60 contro 73. A tal proposito, e' da
sottolineare che va considerato anche l'apporto fornito dai
policlinici universitari privati (Gemelli, Campus Bio Medico) o
dagli ospedali religiosi (Bambin Gesu' e Fatebenefratelli), che
hanno convenzioni con le Regioni in cu insistono.
In alcune Regioni si e' fatta la scelta della competizione aperta
tra erogatori pubblici e privati, anche come elemento di
sollecitazione del processo di miglioramento dell'efficienza e
della efficacia delle strutture pubbliche. Effimera e' la
possibilita' di una competizione libera, realmente
concorrenziale, giocata ad armi pari, per il peso che grava sulle
strutture pubbliche, costituito in particolare da vincoli
contrattuali , da procedure negoziali complesse finalizzate alla
necessaria imparzialita', alla trasparenza dell'agire della
Pubblica Amministrazione, ma che finiscono per rallentare i
processi decisionali e la necessaria capacita' di adeguamento al
mutamento del mercato.
Il ruolo del privato deve quindi essere quello di erogatore di
prestazioni stabilite da chi - le Aziende Sanitarie - e' chiamato
a garantire la tutela sanitaria del cittadino. Alle Aziende, piu'
che alla Regione, spetta dunque il compito di definire i volumi
di attivita' e verificare l'appropriatezza nelle modalita' di
erogazione, mentre la Regione definisce i criteri di
accreditamento cui gli erogatori debbono attenersi, ed estende il
proprio ruolo alla previsione di strumenti di programmazione
partecipata e negoziata nei quali siano parte gli erogatori
privati accreditati.
In alcune Regioni si e' scelto di lasciare agli operatori privati
aree privilegiate di intervento, quali in particolare la
riabilitazione e la lungodegenza; tali scelte sono state fatte
ritenendo che tali settori rappresentino aree a ridotto contenuto
di tecnologia e minor criticita'. In realta' si e' creato in
questi ambiti un monopolio privato, gravato, in alcuni casi, da
elevati livelli di inappropriatezza e scarsa efficacia.
Di contro, non sono state valorizzate appieno quelle iniziative
imprenditoriali che, scostandosi dal prevalente modello d'impresa
sanitaria, hanno sostenuto ingenti investimenti, resi
indispensabili dalla necessita' di dover approntare ospedali
privati di alta specialita' o di alta complessita' diagnostica e
terapeutica. Tuttavia, questa piena valorizzazione potra' essere
realizzata solo dopo che sara' stato pienamente attuato un
sistema severo di accreditamento e di controlli sistematici,
generalizzati ed efficienti.
In questo ambito vanno ridefiniti con chiarezza i rapporti tra
pubblico e privato, partendo dalla scelta politica di un sistema
sanitario nazionale pubblico, che ha la titolarita' delle scelte
strategiche e programmatiche, nonche' della gestione complessiva
del sistema e che opera esclusivamente per il pubblico interesse.
Il sistema imprenditoriale privato puo' e deve giocare un ruolo
integrativo, in un quadro chiaro e stabile di definizione e di
rispetto delle regole. L'obiettivo della riduzione delle
diseguaglianze e' infatti difficilmente perseguibile da un
sistema sanitario senza regole.
Un primo livello di relazione positiva tra pubblico e privato
riguarda dunque il sistema di accreditamento che deve favorire:
l'integrazione tra produttori (erogatori pubblici ed erogatori
privati); strategie di coinvolgimento di tutti i produttori
accreditati negli obiettivi programmatici pubblici, di
partecipazione alle politiche di qualita' e appropriatezza, nella
determinazione dei valori tariffari delle prestazioni; il
controllo dei volumi di attivita' e della spesa nell'ambito della
programmazione pubblica.
Un rigoroso sistema di accreditamento, che disciplini il
comportamento delle strutture pubbliche e private, e' necessario,
perche' il produttore non tende spontaneamente, se non e'
"costretto" da vincoli prestabiliti, ad erogare le prestazioni
piu' appropriate; senza precisi indirizzi e vincoli di
programmazione pubblica, vi e' il rischio di alimentare i
cosiddetti "comportamenti opportunistici".
E' la programmazione pubblica che deve stabilire quali sono i
Livelli Essenziali di Assistenza appropriati da garantire, e
percio' quali devono essere gli obiettivi da raggiungere in
termini di prestazioni sanitarie, in base alle esigenze dei
cittadini.
Un secondo livello di relazione positiva tra pubblico e privato
puo' riguardare forme di collaborazione gestionale, utili
soprattutto per attirare capitali privati da investire in opere
(strutture, impianti) per le quali le risorse pubbliche non
sarebbero sufficienti.
Emblematici sono sia le sperimentazioni gestionali che il modello
di project financing, attraverso i quali la sinergia di
investimenti pubblici e privati ha permesso, o sta permettendo,
la ristrutturazione o la costruzione di nuovi ospedali. In questo
caso, pero', le aspettative imprenditoriali, che intendono
legittimamente remunerare il capitale investito, devono essere
regolate nell'ambito del Servizio sanitario nazionale e garantire
prioritariamente le funzioni di interesse pubblico che le
strutture sanitarie devono continuare a perseguire.
In conclusione credo che pubblico e privato, perche' non si
verifichino anomalie o veri e propri crimini perpetrati ai danni
dei pazienti (vedi il caso della Clinica Santa Rita di Milano),
debbano operare sotto la supervisione di un'agenzia di
valutazione dell'efficacia e della qualita' delle cure mediche.
Un Garante della salute, un ente terzo indipendente dalla
politica. Solo cosi' il nostro sistema sanitario potra' viaggiare
nel solco dell'efficacia e dell'efficienza, mantenendo i principi
solidaristici definiti oltre 30 anni fa".
(www.xiicongressosicop.it)
(Wel/ Dire)
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