(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 gen. - "A un anno dal
terremoto i bambini sono ancora sofferenti e continuano a
scontare le conseguenze del sisma.
Circa 500 mila sono ancora costretti a vivere nei campi. Insieme
alle migliaia di altri che vivono negli slum, in mancanza di
servizi sociali e di forze di polizia, sono esposti
quotidianamente al rischio di abusi, violenze, sfruttamento e di
contrarre il colera. Alcuni di questi bambini, almeno 3 mila,
sono tuttora soli e senza familiari". Con queste parole di
Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia,
celebra l'anniversario del terremoto che il 12 gennaio 2010
colpiva Haiti. Giusto un anno fa, dunque. E "nonostante tutte
queste sfide - continua Neri -, Save the Children, che e'
presente ad Haiti da oltre 30 anni, continua a lavorare e in
questo anno ha prodotto miglioramenti reali nella vita di
centinaia di migliaia di famiglie e bambini haitiani, aiutando
870 mila tra adulti e minori. Abbiamo iniziato a ricostruire
alcune scuole secondo criteri anti-sismici e anti-uragano, come
l'Istituto Abeillard a Leogane. Abbiamo aperto piu' di 80
cliniche e centri sanitari, anche per fronteggiare l'epidemia di
colera. Stiamo facendo il massimo per proteggere i bambini
coinvolgendo le comunita' e identificando e ricongiungendo i
minori soli: finora, con un lavoro complesso e faticoso e anche
grazie ai fondi italiani della Commissione per le Adozioni
Internazionali ne abbiamo riuniti con i genitori o altri
familiari 1.100. Stiamo inoltre aiutando migliaia di famiglie ad
avere di nuovo un lavoro e una fonte di reddito e di sussistenza".
I numeri. Sono 230 mila le persone rimaste uccise a causa del
sisma, 400 mila le case distrutte (circa il 15% nella regione di
Petit Goâve, il 40-50% in alcune parti di Port-au-Prince, 50-60%
a Jacmel e l'80-90% a Le'ogâne) ; 2 milioni gli adulti e i
bambini senza casa, distribuiti in 1.325 campi a Port-au-Prince,
Jacmel, Le'ogâne, Petit e Grande Goâve. Attualmente si stimano in
circa 1 milione le persone ancora nelle tende, di cui circa 500
mila bambini.
Quanto al lavoro di Save the Children, secondo il Rapporto "I
bambini di Haiti 1 anno dopo. Un paese al bivio", come detto sono
870 mila i minori e gli adulti che hanno ricevuto finora aiuto
dall'organizzazione dopo il terremoto, nell'ambito di interventi
e programmi per la salute, l'istruzione, la protezione, la
fornitura di ripari, di cibo, di lavoro e mezzi di sostentamento,
di acqua e servizi igienici. Fino a 1.200 gli operatori
dell'organizzazione all'opera in questi mesi.
Cosa fare. L'obiettivo e' il 10% degli haitiani aiutati da Save
the Children entro il 2015.
"Nonostante le inaccettabili condizioni di vita di tantissimi
haitiani, la mancanza di lavoro e di servizi di base, alcune cose
sono cambiate e migliorate dopo il terremoto, anche grazie al
lavoro di Save the Children - afferma ancora Valerio Neri -. Un
numero maggiore di haitiani ha accesso all'acqua potabile. Donne
incinta e in allattamento che non avevano mai ricevuto cure
adesso possono rivolgersi a un medico, a delle infermiere o ad
un'ostetrica. La possibilita' di avere cure mediche ha fatto
capire a molte persone come sia possibile stare meglio e come
curarsi".
"Adesso - conclude - la sfida e' fare della ricostruzione e
della ripresa post terremoto un grande, prioritario e assoluto
impegno nazionale. E' necessario anche che permanga un'attenzione
internazionale e che i donatori istituzionali entrino subito in
contatto con quelli che saranno i nuovi eletti dalle elezioni,
assicurando il prosieguo degli aiuti e degli stanziamenti. Questi
dovranno essere finalizzati a un'uscita dai campi degli haitiani,
a un loro ricollocamento e alla ricostruzione delle loro vite.
L'Haiti che vogliamo deve essere migliore della precedente. Come
Save the Children abbiamo approntato un piano quinquennale, con
l'obiettivo di raggiungere e sostenere il 10% della popolazione
haitiana, per un totale di 1 milione di persone, con particolare
attenzione ai bambini e alle famiglie piu' vulnerabili".
(Wel/ Dire)