LA STORIA DI V. RITENUTO "SOCIALMENTE PERICOLOSO"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 feb. - A spingerlo a parlare
della storia del figlio sono stati gli altri genitori indignati
ed arrabbiatiper quello che 'potenzialmente' potrebbe accadere
anche ai loro figli.
"Mio figlio nel 2007, trovandosi all'interno di una banca, dove
spesso andava (sempre accolto dai dipendenti che lo conoscevano
come non aggressivo) un giorno ha rubato una somma di denaro ad
una signora - racconta il padre -. Da quel momento e' seguito un
iter, per noi molto doloroso, che si e' concluso dopo una perizia
psichiatrica giudiziaria di soli 10 minuti, con l'ingresso per
lui all'interno dell'Opg di Barcellona P.G.".
"Ai giudici ha riferito che aveva sottratto il denaro perche'
voleva difendere la banca da quella signora che non gli piaceva -
continua con un filo di voce il padre -. E' un ragazzo che come
molti che soffrono delle sue patologie ha molte fantasie ma non
da essere bollato come 'socialmente pericoloso'".
"Prima del furto, che si puo' considerare isolato, non era mai
successo niente di pericoloso per la societa'. Mio figlio, si
dedicava alle piante del vivaio di una cooperativa. Il nostro e'
un calvario che puo' avvenire a tutti coloro che hanno un figlio
con una malattia mentale. Ogni settimana, quando andiamo a
trovarlo all'interno dell'Opg, lo stesso personale penitenziario
mi conferma che lui in questo luogo non ci sarebbe mai dovuto
entrare. Eppure e' successo, dopo 20 anni che lo curavamo a casa,
anche se non sappiamo darcene ancora una spiegazione reale".
"Forse fra un mese, speriamo di farlo finalmente uscire
definitivamente dall'Opg - racconta ancora -. Ma dove sono le
strutture alternative? Adesso, dopo quello che abbiamo passato ci
aspettiamo di non essere lasciati soli ma di essere aiutati
nell'inserimento del ragazzo all'interno di una realta'
lavorativa".
"Allo Stato e a tutte le istituzioni siciliane - conclude -
vorrei ricordare che la salute mentale non e' un ginocchio rotto
ma e' un peso che ti porti per tutta la vita".
(Pic/ Dire)