STUDIOSI ITALIANI ANALIZZANO I 'DISTURBI' DEL SUPERTEST 'MARS500'
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 21 feb. - Arrivati a meta'
della missione, sono i problemi gastro-intestinali ad affliggere
per lo piu' i sei astronauti che a Mosca stanno simulando il
viaggio e lo sbarco su Marte. I dati non sono ancora definitivi,
ma quattro cosmonauti su sei presentano "un'alterazione" delle
normali funzioni dello stomaco e dell'intestino. Lo racconta Aldo
Roda, docente di Farmacologia dell'Alma Mater di Bologna, che
guida il gruppo di scienziati dell'Ateneo felsineo coinvolti nel
progetto internazionale "Mars500", organizzato dalle Agenzie
spaziali europea e russa. Entrati nel simulatore a giugno 2010 (e
quindi 'decollati' per la missione spaziale) i sei astronauti
sono "atterrati" lunedi' sul pianeta rosso, di cui hanno iniziato
l'esplorazione. Oggi c'e' stata la seconda uscita su Marte,
mentre a fine mese e' in programma il "rientro" sulla Terra, che
terminera' a novembre. Ed e' proprio la seconda fase del progetto
quella che preoccupa di piu' gli scienziati.
La fase del rientro, spiegano i ricercatori, e' la piu'
rischiosa perche' subentra l'effetto routine, che puo' aumentare
il livello di stress. "Da marzo in poi ci aspettiamo un impatto
anche sul metabolismo e il sistema immunitario" dei cosmonauti,
spiegano gli scienziati. Per il momento, comunque, "a livello
cognitivo ed emozionale non ci sono state modificazioni
significative- aggiunge Angelo Gimignani del centro Extreme di
Pisa- nelle prossime settimane faremo una chiacchierata con il
nostro astronauta, Diego Urbina". Gli enti di ricerca italiani
sono dunque presenti in forze nel progetto "Mars500". L'Ateneo di
Bologna si occupa di studiare gli effetti del viaggio andata e
ritorno da Marte (dura un anno e mezzo) appunto sulle funzioni
gastro-intestinali. Il centro Extreme di Pisa invece misura gli
effetti dello stress su fisico e psiche, analizzando il sonno.
Aziende ed enti di ricerca italiani coinvolti nel progetto
"Mars500" si sono riuniti questa mattina a Bologna, nella sede
dell'Alma Mater, per spiegare alla stampa il ruolo dell'Italia
nella missione su Marte. "E' un'opportunita' unica- sottolinea
Roda- e' difficile che si ripeta un esperimento del genere,
servono molte risorse". I dati delle varie ricerche saranno
comunque "un'importante base di partenza" per il futuro viaggio
su Marte, reale e non piu' simulato. E poco importa se passeranno
almeno 20 anni, perche' non ci saranno grosse differenze. "Avremo
solo sistemi di monitoraggio piu' sensibili- sottolinea Roda- ma
saremo in grado di prevenire diversi problemi e di disegnare
protocolli di comportamento". In fondo, aggiunge Gimignani,
"l'ambiente della navicella spaziale sara' sempre lo stesso.
Finora pero' non abbiamo mai studiato come si comporta
l'organismo dopo 500 giorni chiuso in uno spazio cosi'".
Molte delle ricerche svolte non avranno comunque solo
applicazioni in campo spaziale, ma anche ricadute in campo medico
sulla Terra, come lo studio sui biofilm di batteri o
sull'invecchiamento, sullo stress e il sonno, sulle funzioni
gastro-intestinali e sulla concentrazione di anidride carbonica.
E' un progetto di ricerca internazionale che consiste in una
simulazione il piu' possibile realistica di una missione umana su
Marte. Il progetto "Mars500" e' stato anticipato da una fase
preliminare nel 2009, in cui quattro astronauti sono rimasti
dentro al modulo per 105 giorni. Rispetto a quella esperienza e'
stato possibile ottimizzare la logistica e la tecnica per il
progetto in corso. Ma e' servito anche per migliorare la dieta
degli astronauti e permettere loro di scegliere alcuni alimenti
in base ai propri gusti.
(Wel/ Dire)