DURE REAZIONI A DICHIARAZIONI SOCIETÀ ITALIANA PSICOPATOLOGIA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 feb. - Dal convegno
all'Unione industriali di Torino "Il bambino non e' un
elettrodomestico" (dal titolo dell'omonimo libro di Giuliana
Mieli), levata di scudi contro le dichiarazioni della Sopsi
(Societa' italiana di psicopatologia), riunita in congresso a
Roma, che denunciava la carenza di diagnosi per l'iperattivita'
infantile in Italia, con centinaia di migliaia di bambini non
presi in carico e una conseguente potenziale 'emergenza' in
relazione ai disturbi antisociali gravi che questi minori
maturerebbero con l'eta' se non adeguatamente trattati.
"Una vera bufala- denuncia Luca Poma, giornalista e portavoce
di 'Giu' le Mani dai Bambini',il comitato italiano di
farmacovigilanza pediatrica in Italia
(www.giulemanidaibambini.org)- un modo eticamente discutibile di
far pressione sui genitori, convincendoli che qualora i loro
figli non vengano trattati, spesso con psicofarmaci, finiranno a
delinquere, crescendo come disadattati. La Sopsi 'da i numeri'-
sottoliena Poma- e' proprio il caso di dirlo, parlando di 300.000
casi in Italia meritevoli di presa in carico, pari, secondo loro,
al 4% della popolazione infantile: l'Istituto Superiore di
Sanita' conferma per iscritto che la prevalenza italiana e'
massimo dell'1%, in certe zone d'Italia anche meno. Inoltre, ci
sono studi scientifici, come quello di Lambert, che provano
esattamente il contrario rispetto a quanto affermato dalla Sopsi,
ovvero che c'e' una piu' elevata predisposizione alla dipendenza
da alcool cocaina e tabacco nei bambini e adolescenti iperattivi
trattati con psicofarmaci, il che e' quasi ovvio se si pensa che
il minore si abitua a trovare nel farmaco una soluzione pronta
all'uso, esterna da se la soluzione a tutti i problemi. Ma non
stupisce la posizione della Sopsi: basta indagare- conclude Poma-
su chi finanzia abitualmente i loro convegni negli ultimi anni,
sono le piu' importanti case farmaceutiche produttrici di
psicofarmaci per bambini".
Emilia Costa, medico e professore emerito all'Universita'
Sapienza di Roma aggiunge: "Non sono d'accordo con i colleghi,
queste diagnosi di iperattivita', invocate a gran voce, sono
spesso inconsistenti e vaghe, piu' che altro una moda importata
dagli Usa. Bisogna indagare il motivo profondo del disagio dei
bambini, di cui l'iperattivita' e solo un sintomo".
Infine, Poma ricorda: "Lode all'Istituto superiore di sanita',
che con il registro nazionale dei bambini in terapia lavora per
contenere le diagnosi. Anche negli Usa stanno facendo marcia
indietro su questa epidemia di diagnosi, mentre noi in Italia
invece cerchiamo di copiare in ritardo il modello americano: non
ha nessun senso, dobbiamo piuttosto esportare il modello italiano
all'estero".
(Wel/ Dire)