(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 feb. - Aspettano da dieci
anni che la legge trovi concreta attuazione grazie ad un
regolamento ministeriale: ma nonostante innumerevoli richieste e
la promessa - un anno fa - di un tavolo fra i dicasteri
dell'Istruzione e dell'Economia per esaminare la questione,
ancora nulla e' successo. E una legge dello Stato non viene
applicata, anche se i fondi ci sono tutti, stanziati ormai da
tempo. E cosi' l'Unione italiana ciechi e ipovedenti e l'Ente
nazionale sordi organizzano una protesta per martedi' 22
febbraio, con una delegazione che consegnera' alle segreterie dei
ministri interessati, Gelmini e Tremonti, la richiesta ufficiale
di emanazione del regolamento, minacciando in caso di ulteriori
ritardi una discesa in piazza "a tempo indeterminato".
Il giorno precedente, 21 febbraio, ricorre la "Quarta Giornata
nazionale del Braille", istituita con legge 126/2007 e definita a
suo tempo dal capo dello Stato una "solennita' civile". Come
segno di protesta per i ritardi ministeriali, l'Uic quest'anno
non partecipera' alle iniziative delle strutture periferiche
dell'Unione che celebreranno la ricorrenza con manifestazioni,
conferenze stampa e visite alle scuole per promuovere il metodo
di lettura e scrittura Braille, ancora oggi attuale.
La legge 69/2000 - ricordano Uic e Ens - stanzia importanti
risorse economiche per il sostegno all'integrazione scolastica
dei disabili e in particolare dei minorati sensoriali: ciechi e
sordi. Tali somme sono destinate all'Istituto Statale per i sordi
"Tommaso Silvestri" ed alla scuola di metodo "Augusto Romagnoli",
entrambi enti pubblici. I due enti dovranno utilizzare le risorse
economiche per effettuare ricerche sulla didattica e la pedagogia
speciale, offrire formazione professionale agli insegnanti di
sostegno, consulenza ai genitori e interventi mirati a sostegno
dell'integrazione scolastica, attraverso la figura
dell'insegnante itinerante. Attualmente le somme stanziate dalla
legge 69/2000 vengono utilizzate in maniera impropria e comunque
diversa dalla finalita' della legge stessa. Vengono, cioe',
distribuite a pioggia alle singole scuole nell'ambito
dell'offerta formativa, senza rendiconto di come esse vengono
spese.
Un anno fa, ricordano ancora le associazioni, "anche grazie
all'intervento di un autorevole esponente del governo ci fu un
incontro al Ministero della Pubblica Istruzione e ci fu promesso
che sarebbe stato istituito un tavolo tecnico per riformulare,
d'intesa con i due Ministeri, il nuovo parere: e' passato ormai
un anno e tutto tace, i due ministeri si rimbalzano le
responsabilita' con il risultato che una legge dello Stato non
viene ancora attuata". "Noi - affermano Uic e Ens - riteniamo che
tale stato di fatto sia illegittimo e non piu' tollerabile:
sembra incredibile che un provvedimento legislativo, il quale non
comporta spese, perche' gia' finanziato, possa arenarsi per cosi'
lungo tempo nelle sabbie mobili della burocrazia ministeriale".
(Wel/ Dire)