"SISTEMA NON A REGIME PURE PER DIFFICOLTÀ ORGANIZZATIVE"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 feb. - "Interlocutorio".
Cosi' Salvo Cali', segretario generale del Sindacato medici
italiani (Smi), ha definito l'incontro a Palazzo Vidoni con il
ministro per la Pubblica amministrazione sul tema dei certificati
online. "Ora dobbiamo verificare la reale disponibilita' a
recepire le osservazioni dei medici per risolvere i molti
problemi- spiega- derivanti dall'invio dei certificati di
malattia online e per tutelare la categoria dalle relative
sanzioni. Attendiamo la prossima convocazione e l'esito degli
incontri con le Regioni. Ma anche in questa occasione vogliamo
ribadire che dagli stessi numeri resi pubblici dall'Inps si
evidenzia che il sistema non e' a regime tanto per ragioni legate
al ritardo che ha il nostro Paese nella diffusione della banda
larga quanto per difficolta' organizzative estranee alla volonta'
dei medici stessi (e i relativi sovraccarichi delle linee dei
call center)".
Spiega ancora il segretario dello Smi: "Facciamo alcuni
esempi. I medici di continuita' assistenziale sono obbligati a
fare i certificati di malattia online, il che, pero', e'
impossibile in molte regioni italiane. Per citare solo alcuni
casi: in Calabria su 335 postazioni di guardia medica nessuna e'
informatizzata e in Sicilia la situazione e' simile. Nella stessa
capitale, Roma, abbiamo una presenza a macchia di leopardo di
ambulatori dotati di computer con connessione Internet". Cosi'
per tutte queste ragioni "vogliamo ribadire le nostre proposte:
autocertificazione del paziente all'Inps per i primi tre giorni
di malattia; esenzione per i medici di Pronto soccorso, del 118 e
della continuita' assistenziale, fino alla messa a regime del
sistema, stesso discorso per i medici di famiglia (e di
continuita' assistenziale) quando fanno visite domiciliari.
Inoltre e' necessario il mantenimento dell'utilizzo del cartaceo
in caso di disservizio tecnico, annotando sul certificato l'ora e
la data del problema".
Secondo Cali', vanno infine "ripensate radicalmente le
sanzioni ed eliminata la possibilita' di licenziamento e di
revoca della convenzione. In attesa, inoltre, delle necessarie
modifiche chiediamo che vengano sospese almeno per un anno quelle
ora vigenti o che si definisca una corretta e chiara
interpretazione".
(Wel/ Dire)