"ABBIAMO DIMOSTRATO CHE POSSONO SUPERARE MOMENTI DRAMMATICI"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 3 feb. - "In un momento
particolare in cui molti avrebbero preferito fuggire
dall'immagine di una citta' distrutta, la parola d'ordine del
nostro impegno quotidiano e' stata: 'non disperdere un lavoro
portato avanti da circa 20 anni'. Abbiamo dimostrato al mondo
intero che i malati mentali, se ben supportati dagli operatori e
dall'affetto dei cittadini comuni, possono superare anche momenti
drammatici come il terremoto. Loro, i diversi, hanno dimostrato
non solo di non intralciare le operazioni di soccorso ma di
essere anche loro in prima fila, come tutti, nel cercare di
aiutare le persone in difficolta'". È con queste parole che
Vittorio Sconci, capo del Dipartimento di salute mentale della
Asl dell'Aquila, racconta in un'intervista, rilasciata al sito di
informazione locale www.ilcapoluogo.com, la decisione di
trattenere all'Aquila nel periodo dell'emergenza i pazienti delle
strutture riabilitative e delle case famiglia del Dipartimento di
Salute mentale rinunciando a trasferimenti in altri centri.
Impressiono' l'Italia intera la storia dei malati di mente che
vivevano in tendopoli insieme agli altri concittadini. A quasi
due anni dal terremoto la sensazione di aver fatto allora la
scelta giusta e' diventata una certezza come suggeriscono le
parole di Sconci: "I nostri utenti hanno seguito come gli altri
cittadini i normali percorsi della ricostruzione. Dopo la
bellissima esperienza della tendopoli, chi dei nostri malati
abitava in case non danneggiate e' rientrato dopo 30 giorni dal
sisma, quelli con case lesionate dopo otto mesi e coloro che
hanno avuto le case distrutte sono stati inseriti nel progetto
C.a.s.e. e sono entrati entro dicembre 2009. Percorso accelerato
di normalita' che ha fatto si' che tutti ritrovassero la
dignita', la forza e l'orgoglio della cittadinanza. Non e' stato
tutto facile ma la competenza degli operatori ed il coraggio
acquisito da anni di confronti duri con la realta' ci ha fatto
vincere anche questa scommessa. È stato un percorso difficile.
Tutti si aspettavano il dramma, la violenza, il fastidio invece
tutti abbiamo ammirato e goduto la solidarieta' della convivenza
civile".
Un percorso, quello seguito dagli utenti del Dipartimento di
salute mentale della Asl dell'Aquila, che dopo il ritorno
all'ordinarieta' abitativa passa attraverso il lavoro. Spiega,
infatti, Vittorio Sconci: "I rapporti mai interrotti con le reti
di relazioni del mondo del lavoro ci permettera' nel giro di poco
tempo di assicurare almeno 30 posti di lavoro per i nostri
assistiti. L'affidamento di borse lavoro e l'inserimento in un
progetto regionale faranno della nostra esperienza uno splendido
scenario di acquisizione di diritti e di doveri. La
riacquisizione dei diritti attraverso la messa in campo di doveri
ci inserisce nella dialettica della normalita' esaltandone i
valori etici. Nel frattempo e' di nuovo iniziata la bellissima
esperienza della portineria dell'ospedale civile gestita da
quattro nostri pazienti regolarmente assunti attraverso una
cooperativa sociale. E questo dovrebbe essere soltanto l'inizio
di una collaborazione pubblico-privato sociale stimolata e
realizzata anche e soprattutto dalla sensibilita' e competenza
del Direttore generale, della Direzione sanitaria ospedaliera e
del Servizio amministrativo della A.s.l.. Un'insieme di
sensibilita' che questa citta' ha e mette al servizio delle
persone piu' deboli".
(Wel/ Dire)