(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 3 feb. - Nelle case di riposo
per anziani, all'interno dei servizi psichiatrici di diagnosi e
cura (Spdc) di alcuni ospedali lombardi, ma anche all'interno di
altri reparti "si ricorre ancora alla contenzione fisica del
paziente. Soprattutto di notte e quando c'e' bisogno di sopperire
alla mancanza di personale". La denuncia viene da Valerio
Canzian, presidente dell'Unione regionale associazioni per la
salute mentale (Urasam) che domani partecipera' al convegno
"Contenzione perche', per chi, fino a quando...?" in programma
domani alla Camera del lavoro di Milano.
"Purtroppo abbiamo poche informazioni sulla prassi della
contenzione -spiega Valerio Canzian-. Non ci e' mai stato fornito
alcun dato". Pur in mancanza di dati precisi, pero' "sappiamo che
la negli Spcd della Lombardia viene praticata; lo abbiamo visto
con i nostri occhi e non ci e' parsa appropriata", si legge nel
documento diffuso da Urasam. Una prassi che, sebbene sia talvolta
necessaria, deve essere ridotta al minimo. E soprattutto
applicata solo nei casi necessari e non per sopperire a carenza
di personale.
Al centro della discussione le linee guida dell'Azienda
ospedaliera Niguarda (stilate nel 2008) che prevedono il ricorso
alla contenzione fisica in alcuni casi specifici "ma ci sono
comunque dei punti che non possiamo condividere. Ad esempio il
ricorso allo 'spallaccio' (un lenzuolo ritorto e bagnato passato
dietro il collo e sotto le ascelle per immobilizzare il paziente
al letto, ndr) -spiega Canzian-. Un conto e' legare con delle
fascette la persona al letto, per un determinato lasso di tempo,
altra cosa e' immobilizzarla totalmente al letto".
Proprio allo "spallaccio" sarebbero stati sottoposti sei
pazienti dell'ospedale Nigurda nel periodo tra il 2005 e il 2010
secondo quanto denunciato dall'associazione Telefono Viola. Un
trattamento che avrebbe provocato ai pazienti danni fisici e
psicologici anche molto gravi e, in almeno due casi la morte di
due persone (vedi lancio del 23 novembre 2010). "Le linee guida
dell'Azienda pero' sono state riviste la scorsa settimana e
ancora non sappiamo quali novita' siano state inserite",
puntualizza Canzian.
Del resto, la contenzione e' "una prassi contraria allo spirito
della legge 180", si legge ancora nel comunicato di Urasam, un
atto anti-terapeutico che rende ancora piu' difficile la cura
piuttosto che facilitarla dal momento che lascia tracce
indelebili nel malato, rinforzando i sentimenti persecutori. Al
contrario "buone pratiche, anche lombarde, dimostrano come
risorse adeguate, adeguata formazione degli operatori, lavoro di
equipe rendono possibile il superamento della contenzione", si
legge nel documento. Il convegno "Contenzione perche', per chi,
fino a quando..?" e' organizzato da Unasam (Unione nazionale
delle associazioni per la salute mentale), dal Forum salute
mentale, Campagna per la salute mentale e Cgil-Camera del lavoro.
(Wel/ Dire)