"POSTICIPO PENSIONE DEI DOTTORI DANNEGGIA GRAVEMENTE I PRECARI".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 dic. - "La manovra obbliga i
medici ad andare in pensione piu' tardi, da un minimo di 66 anni
ad un massimo di 70, allontanando la stabilizzazione di circa 10
mila precari in costante crescita, senza destinare nessuna
risorsa risparmiata per le loro tutele". E' quanto afferma, in
una nota, Massimo Cozza, segretario nazionale Fpcgil Medici.
"I medici- si legge nel testo- avranno pensioni piu' leggere
per l'applicazione del contributivo per tutti, dal 2012. Abolita
la pensione di anzianita' con 40 anni di contributi, gli uomini
che raggiungono i 42 anni e 1 mese di contributi (piu' 2 mesi nel
2013 e piu' 3 mesi dal 2014), 41 e un mese per le donne (con le
medesime aggiunte per il 2013 e il 2014), potranno andare in
pensione anticipata, ma con un taglio del 2% della quota
retributiva per ogni anno inferiore ai 62".
"C'e', inoltre, da aggiungere dal 2013- spiega il segretario
nazionale- l'aggiornamento per la speranza di vita, che sara' di
altri tre mesi in piu' e cosi' via, con periodicita' biennale in
base ai dati Istat. Una ulteriore beffa per chi aveva riscattato
a caro prezzo anni di laurea e di specializzazione per
raggiungere i 18 anni di contributi nel 1995 con il fine, in
parte vanificato, di avere la pensione calcolata interamente con
il sistema retributivo".
"E' un capolavoro d'iniquita' - conclude Cozza- con il quale
si allungano i tempi e si diminuisce l'importo delle pensioni e,
contemporaneamente, si blocca nei fatti ulteriormente l'ingresso
dei giovani e dei precari. I risparmi non sono utilizzati per
rafforzare i loro diritti, ma solo per fare cassa".
(Wel/ Dire)