SANITÀ. TAGLI AL WELFARE, 'PAGANO I PIÙ DEBOLI'
MANIFESTAZIONE A ROMA, GENOVA E NAPOLI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 apr. - Tagli: sembra essere
questa la parola d'ordine che anima le misure economiche del
governo a detta degli organizzatori e promotori della
manifestazione nazionale "Il welfare non e' un lusso" che oggi si
e' svolta, contemporaneamente, a Roma, Napoli e Genova. Un
movimento tenuto insieme dalla consapevolezza non solo che le
logiche di risparmio in tema di servizi sociali non sono utili
alla crescita umana ed economica del paese, ma anche che il
welfare non e' e non deve essere carita' o assistenzialismo.
"Siamo al collasso. Saranno - sostengono i promotori della
manifestazione di Roma, sotto il Campidoglio - proprio i piu'
deboli a pagare per tali sciagurate scelte politiche. La spesa
sociale pro-capite in termini di assistenza e sostegno sociale
oscilla dai 34 euro della Campania ai 344 della Val d'Aosta. E
questo, a fronte del fatto che il Sud cresce meno del centro nord
e con sacche di poverta' che ormai toccano il 23 % delle
famiglie. Non vogliamo un welfare di carita' o assistenzialismo.
Bisogna tornare ad investire sulle politiche sociali e di
cittadinanza per raggiungere obiettivi di coesione e inclusione
sociale, di sicurezza, di salute, di promozione della legalita' e
della qualita' della vita dei cittadini".
In piedi per ore sotto un sole romano che non ha fatto sconti ai
tanti su sedie a ruote, con evidenti disabilita' fisiche,
psichiche e sensoriali, sono stati tanti oggi a Roma a chiedere -
come associazioni, come familiari, come utenti - di definire i
Lea (livelli essenziali di assistenza) per tutto il territorio
nazionale, di adeguare le rette per i servizi residenziali e
semiresidenzaili, di rilanciare la legge 285/94 relativa alle
politiche per l'infanzia e l'adolescenza, di ridurre l'Irap per
le onlus, di avere certezza sui tempi di pagamento, di
riconoscere il valore del lavoro sociale e di dare nuovo vigore
alla legge 328/00 contemplando anche i beni sequestrati alle
mafie tra i patrimoni utili a programmazioni socio-sanitarie
territoriali. Un elenco che mal si concilia con il generale
ridimensionamento a livello nazionale delle risorse per le
politiche sociali.
"I disabili - dice Guido Trincheri, presidente dell'Unione
famiglie handicappati (Ufha) - sono stanchi di vessazioni da
parte di chi dovrebbe invece tutelarli. Combattere i falsi
invalidi oggi vuol dire fare retate di gente per bene e molto
fragile. I tagli, poi, dicono di piu': e' in atto un attacco a
tutti i livelli sulle poche previdenze destinate a garantire i
diritti di cittadinanza delle persone disabili". "La nuova
proposta di assistenza domiciliare avanzata dal Comune - ha poi
aggiunto Daniela Rovati, presidente della cooperativa Assistenza
e Territorio - propone tabelle a livello economico che non
corrispondono affatto con le buone premesse del testo proposto,
ovvero l'assistenza personalizzata sul territorio. Manca poi
tutta la parte dell'accreditamento e della qualita'".
"La crisi - incalza la delegata Cgil presente al sit in - e' un
alibi per trasformare sia il sistema sociale che il lavoro: siamo
alla vigilia dello sciopero generale (6 maggio, ndr) e il welfare
e' uno snodo importante". "La rete dei servizi territoriali non
esistera' piu': a dirlo sono i tagli. Quello che resta - precisa
Tiziana Biolghini, presidente di Democrazia Solidale - sara'
affidato con convenzioni e non con bandi; sara' elargito con
voucher e non attraverso operatori sociali; sara' contenimento,
non promozione delle persone; sara' dequalifica dei lavoratori e
non promozione dei loro diritti. Chiediamo un agire collettivo:
sia il Comune che la Regione, i cui tagli sono rispettivamente
del 34% sull'assistenza domiciliare e del 20% sulla
riabilitazione, devono tornare indietro".
(Wel/ Dire)
|