"RIVEDERE NORMA PER CONIUGARE SICUREZZA E SOSTENIBILITÀ".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 apr. - La sicurezza
sanitaria dei consumatori e' certamente prioritaria ma il
regolamento messo a punto dal ministero della Salute, che
configura le 'Case dell'acqua' (distributori pubblici di acqua
anche gasata) come 'somministrazione di bevande' equiparandole,
di fatto, ai bar o altri esercizi commerciali e dunque
sottoponendole alla stessa tipologia di controlli e procedure,
rischia seriamente di compromettere la sopravvivenza di un
progetto che fino ad oggi ha trovato ampio consenso tra i
cittadini e indubbi vantaggi economici e ambientali. È quanto si
legge in un comunicato diffuso da Legambiente.
A poco meno di due mesi dal referendum sull'acqua del 12 e 13
giugno- prosegue la nota- Legambiente lancia l'allarme sui punti
di distribuzione gratuita, ripreso anche in Parlamento con
l'interrogazione dei senatori Ferrante e Della Seta che hanno
chiesto ai ministeri della Salute e dell'Ambiente di rielaborare
la premessa del suddetto regolamento in modo che
l'interpretazione non possa essere equivocata a scapito delle
Case dell'acqua, e non crei problemi d'attuazione da parte degli
enti locali.
"Con le 'Case dell'acqua'- ha dichiarato il responsabile
scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani- i cittadini
usufruiscono di un servizio pubblico in piu', che fa apprezzare
sia la qualita' dell'acqua sia l'economicita'. Parliamo anche di
un concreto esempio di sostenibilita', grazie al quale stanno
cambiando le abitudini di migliaia di persone che in questo modo
risparmiano e danno una mano all'ambiente, diminuendo la
produzione e la circolazione di plastica e, quindi, le emissioni
di CO2 in atmosfera".
(Wel/ Dire)