(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 apr. - Un incontro "urgente"
per scongiurare la chiusura dei centri di assistenza alle persone
con disabilita' del Lazio. A chiederlo in una lettera inviata al
presidente della Regione, Renata Polverini, e' il coordinamento
laziale delle associazioni rappresentative dei centri di
riabilitazione (Aris).
"L'assistenza ai disabili - affermano - e' in fin di vita".
L'Aris, che rappresenta la stragrande maggioranza delle strutture
accreditate regionali che erogano assistenza ai disabili, ricorda
la riduzione "negli ultimi quattro anni, di oltre il 20% delle
risorse destinate al settore" e denuncia "l'ennesimo
insopportabile taglio al settore previsto dall'ultimo decreto
emanato in materia dalla regione". "Dopo anni di mancato
incremento delle tariffe e di progressiva riduzione del budget -
scrive Aris - la regione Lazio affonda definitivamente i Centri
di riabilitazione: nonostante una riduzione del finanziamento del
5% nel 2009 e dell'8% nel 2010, seguita dall'assicurazione che
quest'ultima avrebbe chiuso la serie, il decreto n. 24 del 2011
ha sancito un'ulteriore diminuzione del 4%".
"Questo provvedimento - afferma il coordinamento - va ad
aggravare una situazione gia' vessata dall'assenza di una
programmazione regionale in materia, piu' volte richiesta, e
dall'impossibilita' concreta di vedersi liquidare la quota di
compartecipazione che ogni struttura e' costretta a richiedere al
Comune di residenza dell'assistito, con i problemi che cio'
comporta". A preoccupare cioe' e' anche la questione delle
tariffe, rimaste immutate, e del cronico ritardo nei pagamenti
per le prestazioni rese ai pazienti, che arrivano molti mesi dopo
l'erogazione della prestazione. E anche la compartecipazione dei
pazienti alla spesa desta difficolta', dal momento che molto
spesso le famiglie non sono in grado di pagare la quota del 30%
della retta e che anche i Comuni non sono capaci di farsi carico
della spesa relativa. Per tutte queste ragioni, sostiene l'Aris,
serve un incontro con Polverini per "definire in modo
soddisfacente una situazione divenuta ormai insostenibile" e per
scongiurare la chiusura di questi centri, che assistono pazienti
particolarmente fragili, che in assenza di un intervento
immediato della Regione rimarrebbero privi di assistenza, cosi'
come rimarrebbero privi di occupazione le migliaia di lavoratori
che operano nelle strutture.
(Wel/ Dire)