SALUTE. MSF: COSTA D'AVORIO E BAHREIN, CRISI DIMENTICATE
"NIENTE CORRIDOI UMANITARI, PORTARE I FERITI NEGLI OSPEDALI"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 apr. - Ci sono crisi
dimenticate, ma anche crisi nelle crisi, inevitabilmente ancora
piu' dimenticate. Un esempio classico, quando si parla di
conflitti o catastrofi, e' il caso dell'accesso alle cure da
parte dei feriti e malati cronici. A ricordarlo e' Kostas
Moschochoritis, direttore generale di Medici senza frontiere
Italia, in occasione della presentazione del rapporto Crisi
dimenticate 2010, realizzato in collaborazione con l'Osservatorio
di Pavia. Moschochoritis ha aperto il suo intervento parlando
della situazione che ha trovato a Lampedusa, quando ha visitato
l'isola una decina di giorni fa per verificare le condizioni
sanitarie e umanitarie con l'arrivo dei migranti.
Moschochoritis ha parlato di "condizioni non dignitose e non
accettabili, con due-tremila migranti lasciati sul molo,
all'aperto, con solo 16 latrine per tutti e una sola bottiglia da
un litro e mezzo di acqua a testa, quando gli standard
internazionali impongono almeno una latrina ogni 20 persona e un
minimo di due litri di acqua per persona".
Passando poi a parlare della Libia, Moschochoritis ha
sottolineato che in questo periodo sui media si parla del paese
nord africano, "ma non si parla delle persone che sono rimaste
bloccate li' e che adesso sono terrorizzate perche' se escono
diventano subito bersaglio di violenze. Si tratta di persone
provenienti da diversi paesi dell'Africa sub-sahariana, arrivati
prima della crisi in Libia per lavorare o per scappare da
conflitti nei loro paese, e che adesso non riescono a rifugiassi
altrove e magari aspettano di riuscire ad avventurarsi su un
barcone verso l'Europa".
Altro aspetto di cui si parla poco e' l'accesso alle strutture
sanitarie: "In Libia in questo momento il personale medico c'e' -
ha detto Moschochoritis - ma mancano i rifornimenti dei materiali
necessari, e soprattutto le persone non riescono a raggiunge
facilmente le strutture". Di fronte a questi problemi, "lasciamo
perdere le parole: si dice 'costruiamo corridoi umanitari', che
e' una bella frase, ma non significa nulla. Non ha senso spostare
i materiali da un magazzino a un altro, quello che serve e' fare
davvero in modo che feriti e malati possano andare in ospedale".
E difficolta' nell'accesso alle cure si registrano anche in
Bahrein, "dove la polizia arresta ogni persona che va in ospedale
con ferite da arma da fuoco e in generale con segni in qualche
modo collegabili alla rivolta".
Medici senza frontiere segnala inoltre che per il nuovo scenario
2011 si stanno moltiplicando le crisi umanitarie. Un'area di
crisi che merita attenzione e' sicuramente tutto il Nordafrica, e
in particolare Libia e Tunisia, ma anche in altri paesi che
stanno attraversando una escalation di violenza a danno dei
civili. Il riferimento e' a Costa D'Avorio e Bahrein, contesti
che non riscuotono la stessa attenzione da parte dei media,
nonostante le pesanti ripercussioni sula vita e la salute delle
persone.
(Wel/ Dire)
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