TRA I PRIMI SINTOMI E L'ACCESSO AI SERVIZI UN RITARDO DI 4 ANNI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 apr. - L'Istituto superiore
di sanita' traccia un primo profilo dei pazienti con disturbi
mentali gravi giunti per la prima volta all'osservazione di una
rete di 22 Centri di salute mentale (Csm) collaboranti al
progetto Seme (Sorveglianza epidemiologica integrata in Salute
Mentale), i cui risultati sono stati presentati oggi all'Iss. Dai
dati emerge che il 48% dei pazienti individuati ha un grado di
istruzione basso, il 47% vive con la famiglia di origine, il 40%
e' disoccupato mentre solo il 29% ha un'occupazione, l'87% vive
in difficolta' economiche moderatamente gravi o gravi. Ed ancora:
hanno un'eta' mediana di 37 anni e sono in lieve maggioranza
donne (il 54%). I single sono il 58%. Nel corso del primo anno di
sorveglianza i Csm della rete, hanno segnalato via web al centro
di coordinamento dell'Iss, 343 nuove diagnosi di cui il 42%
riguardano disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo
schizofreniforme, disturbo schizoaffettivo, disturbo delirante),
il 30% disturbi bipolari, il 19% episodi depressivi maggiori con
sintomi psicotici o con recente anamnesi di tentato suicidio, e
il 9% anoressie nervose.
"Il dato piu' rilevante da un punto di vista di salute pubblica
- dice Antonella Gigantesco, coordinatore del Reparto salute
mentale dell'Iss - e' il riscontro di una latenza molto lunga
(mediana: 4 anni), tra la comparsa dei primi sintomi dei disturbi
e la presa in carico dei pazienti da parte dei servizi di salute
mentale pubblici. Una presa in carico precoce dei disturbi
mentali gravi potrebbe con buona probabilita' migliorare la
prognosi e l'adattamento sociale".
Seme e' il primo progetto ad aver sperimentato un sistema
informativo che potra' consentire di monitorare nel tempo i casi
di specifici disturbi mentali gravi di particolare rilevanza che
riguardano pazienti che si rivolgono per la prima volta a una
rete sentinella di Csm.
"Da un punto di vista di salute pubblica - ricorda l'Iss -, i
disturbi mentali, in particolare quelli gravi, costituiscono uno
dei problemi piu' seri e una delle maggiori fonti di carico
assistenziale e di costi per il Servizio sanitario nazionale.
L'Oms ha recentemente sottolineato la necessita' di raccogliere
ed analizzare dati epidemiologici nazionali su questi disturbi,
sulla loro diffusione e sui fattori psicosociali ad essi
associati. Tali dati permetterebbero agli amministratori e ai
servizi di prendere decisioni informate per rispondere piu'
puntualmente ai bisogni di salute della popolazione e migliorare
la qualita' delle cure".
"E' la prima volta - prosegue Antonella Gigantesco - che le
informazioni relative ai pazienti affetti da disturbi gravi che
giungono all'osservazione di una rete di servizi, sono raccolte
con una procedura diagnostica standardizzata e riguardano inoltre
molti aspetti della storia del paziente, relativi ad esempio alla
storia clinica, alla comparsa dei primi sintomi del disturbo e
alla fonte di invio ai servizi di salute mentale".
(Wel/ Dire)