SIP E SIMM CHIEDONO PIU' TUTELE PER BAMBINI IRREGOLARI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 apr. - Iscrizione al Servizio
sanitario nazionale di tutti i minori stranieri presenti in
Italia, indipendentemente dallo status dei genitori; estensione
del permesso di soggiorno per gravidanza fino a un anno di vita
del bambino; possibilita' di completare gli studi, almeno fino al
compimento del 14° anno di eta', per coloro che hanno cominciato
un percorso di studio in Italia anche se in condizione di
irregolarita' giuridica. Sono le proposte che la Societa'
italiana di pediatria (Sip) e la Societa' italiana di medicina
delle migrazioni (Simm) avanzano in un documento congiunto.
Obiettivo del documento, elaborato con il contributo del gruppo
di studio per il bambino immigrato della Sip, e' garantire il
pieno diritto alla salute di tutti i minori stranieri presenti
sul territorio nazionale. "Un tema che oggi- sottolinea Mario
Affronti, presidente della Simm- assume una straordinaria
importanza e attualita' alla luce del quadro di instabilita'
politica dei Paesi del Nord-Africa e dei crescenti flussi
migratori verso l'Italia".
Sono circa un milione i minori stranieri che vivono in maniera
regolare nel nostro Paese, oltre la meta' dei quali nati in
Italia pari al 14% del totale dei nuovi nati. Piu' difficile
sapere quanti siano i minori irregolari: secondo diverse stime si
tratta di alcune decine di migliaia di bambini (compresi i
piccoli rom che pur essendo comunitari non godono spesso di una
adeguata tutela sanitaria), un piccolo esercito di 'invisibili',
che non hanno pieno riconoscimento di alcuni diritti, premessa
perche' possano crescere sereni e perche' si possano porre le
basi per una convivenza civile.
"I pediatri considerano la salute del bambino come benessere
fisico, psichico e sociale e non solo come assenza di malattia,
secondo la definizione dell'Oms. La salute del bambino e' quindi
inseparabile dall'integrita' della sua persona, dal legame con la
sua famiglia e in particolare con la madre- afferma Alberto G.
Ugazio, presidente della Sip- Uno degli aspetti cruciali per la
piena integrazione sono i percorsi di inserimento didattico nelle
scuole. Ma guai alla separazione in classi differenziate: si
tratterebbe di una ghettizzazione mascherata, magari dal
proposito di rispettare un multiculturalismo che significa
soltanto esclusione".
Ma ecco i punti ineludibili i proposti dal documento:
assistenza per tutti i bambini, un futuro per ogni madre.
Sip e Simm chiedono, inoltre di intraprendere azioni finalizzate
a eliminare alcune criticita' che riguardano innanzitutto la
scuola e l'istruzione, ambiti prioritari in cui deve realizzarsi
la piena tutela dei minori. "Uno dei bisogni psichici
fondamentali durante l'eta' evolutiva e' la stabilita'- afferma
il documento- I bambini hanno bisogno di un luogo e di un tempo
sicuri in cui crescere e progettare il proprio futuro. Politiche
migratorie che tengano le famiglie in condizioni di precarieta',
che comportano nei bambini incertezze anche sui percorsi
scolastici, sono potenzialmente nocive sia per lo sviluppo
psicologico sia per il senso di appartenenza sociale".
Da qui la richiesta di permessi di soggiorno a lungo termine
per le famiglie con bambini in eta' scolare in modo da garantire
una ragionevole programmazione degli studi. Oltre ai percorsi di
integrazione senza classi differenziate, Sip e Simm chiedono che
sia garantito l'accesso alle scuole per i figli degli immigrati
privi di permesso di soggiorno anche al di fuori della scuola
dell'obbligo: attualmente questo diritto non e' garantito a chi
ha meno di 6 anni o piu' di 16. E infine, parita' di trattamento
nel ricevere provvidenze economiche a tutela della donna, della
maternita' e del bambino tra italiani e stranieri con permesso di
soggiorno in regola; attualmente questa parita' e' riconosciuta
solo ai titolari di carta di soggiorno (permesso di soggiorno CE
per soggiornanti di lunga durata).
(Wel/ Dire)