(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 30 set. - Una carrellata di
personalita' che si sono distinte per il contributo,
giornalistico, politico, morale, dato all'Unione italiana dei
ciechi e degli ipovedenti (Uici), ma anche cinque associati che,
per la grinta dimostrata e i risultati conseguiti nella vita,
sono esempio di normalita': ecco le dieci personalita' che ieri,
nella prestigiosa sala della Lupa a Montecitorio, hanno
impreziosito la festa per i 90 anni dell'Uici. Carmen Lasorella,
Enzo Bianco, Gianni Letta, Andrea Monorchio e Giuseppe Vegas, ma
anche il docente universitario Angelo Bella, l'oro ai mondiali di
nuoto paralimpico Cecilia Camellini, lo scrittore Mauro
Mercantoni, il tecnico del suono, Mirco Mencacci e lo scultore
Felice Tagliaferri. Una normalita' che non spaventa chi la vive.
Nel lavoro, nello sport, nella cultura, nella vita di relazione.
"La matematica - afferma Angelo Bella, docente di matematica
presso l'Universita' di Catania - e la scelta di un ambito
lavorativo fatto di calcolo e ricerca astratta e' la
dimostrazione del teorema che anche da non vedenti si puo' avere
un ruolo". "La mia esperienza sportiva - aggiunge Cecilia
Camellini, oro mondiale e maturanda presso il liceo classico
della sua citta' - e' la dimostrazione che lo sport non e' solo
partecipazione e agonismo, ma anche volonta' di affermarsi e di
andare oltre". "Ho combattuto il pregiudizio altrui - racconta
ancora Mauro Mercantoni, autore del libro 'I ciechi non sognano
il buio', cieco dal 1994 - in un libro che raccoglie 80 storie di
successo nel mondo dei non vedenti: la dimostrazione che si puo'
essere soddisfatti di se' aldila' della vista". E poi Mirco
Mencacci, tecnico del suono e non vedente per un incidente
dall'eta' di 4 anni, che spiega ai presenti come anche il rumore
rappresenti una barriera. "Il rumore delle grandi citta' - dice -
e' un limite, ma anche una nuova sfida per il futuro. Sono stato
fortunato ad avere un padre che mi ha insegnato la manualita',
aldila' della vista, e a vivere in un piccolo centro molto
silenzioso". "La mia vita -conclude lo scultore Felice
Tagliaferri, oggi impegnato in collaborazione con il museo
tattile Omero di Ancona nella riproduzione del Cristo Velato di
Napoli - e' una favola. Ho il privilegio di vivere facendo
l'artista. Ci campo, le persone comprano le mie opere ed e' una
soddisfazione".
Non dissimile l'intervento delle personalita', premiate nel
corso degli anni dall'Uici attraverso il "Premio Braille", che
stamattina sono intervenute ai festeggiamenti: un riassunto di
consapevolezza della normalita' di tanti non vedenti, ma anche
del supporto dato attraverso la propria professione alla
promozione dei diritti delle persone con menomazione visiva.
"Sono stato invitato - afferma Enzo Bianco, premio Braille per il
progetto di legge istitutivo della Giornata nazionale dei ciechi,
oggi parlamentare Pd - con una cartolina che ritraeva un giovane
con occhiali scuri che diceva 'Io non ti vedo, ma tu mi vedi?'.
Un bel modo di essere invitati ad una festa: la cartolina e'
stata l'ennesimo richiamo della Uici alle nostre responsabilita'
di amministratori". "Conoscere tanti di voi, avervi intervistato
in diverse occasioni, e' stato per me - dice la giornalista
Carmen Lasorella, premio Braille di qualche anno fa - un
arricchimento. Non ho incontrato disabili visivi, ma
professionisti con menomazioni visive. Capirlo e' stata una
rivoluzione: l'Uici ha reso tutti noi normodotati delle persone
normali". "L'Uici - e' stato il messaggio inviato dal Presidente
della Camera, Gianfranco Fini - e' parte della societa' e
proficuo e' stato il contributo che in questi anni avete dato
alle Istituzioni".
(Wel/ Dire)