SANITÀ. CONSULTORI, ASSEMBLEA DONNE: "NO ALLA LEGGE TARZIA"
LAZIO, LA BATTAGLIA DELLE ASSOCIAZIONI PER BLOCCARE L'ITER.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 set. - Un secco "no" alla
proposta di legge Tarzia sulla riforma dei consultori nella
regione Lazio, considerata "irricevibile", "incostituzionale" e
profondamente "confessionale". A ribadirlo e' stata l'Assemblea
permanente delle donne, organo nato per contrastare proprio
l'iniziativa che porta la firma di Olimpia Tarzia e costituito da
diverse associazioni, tra cui la Casa internazionale delle donne,
la Consulta dei consultori del Lazio, il coordinamento delle
donne della Cgil, l'associazione Be free, Pangea, il Forum della
salute delle donne italiane e migranti e molte altre.
"Questa legge di fatto abroga nell'ultimo articolo la legge 15
del 1976, che ha istituito i consultori e che metteva al centro
la donna. Nella proposta Tarzia, invece, si parla solo di
famiglia fondata sul matrimonio- ha sottolineato Pina Adorno
presidente della Consulta dei consultori del Lazio-. Viene
inoltre istituito un comitato bioetico, e' una cosa
inaccettabile. Gia' molti medici e psicologi, che operano nelle
strutture, hanno protestato direttamente con il presidente
Polverini". Secondo Adorno, inoltre, altro punto critico della
proposta e' il finanziamento previsto per le associazioni a
tutela della famiglia che dovrebbero entrare nei consultori come
sussidio agli operatori. "Si capisce che l'impronta della legge
e' essenzialmente confessionale. Sparisce la donna nella sua
soggettivita'- ha continuato-. Anche la procedura per
l'interruzione del percorso di gravidanza diventa piu'
complicata: la donna deve prima passare attraverso diversi
colloqui con le associazioni a tutela della famiglia, se l'opera
di dissuasione non va in porto allora si segue la prassi
abituale". Giulia Rodano, consigliere regionale per l'Italia dei
valori e vicepresidente della commissione Sanita', ha
sottolineato che seconda una recente indagine di Lazio sanita' il
40% delle donne che si rivolgono ai consultori decide di portare
a termine la gravidanza. "Questo significa che gia' ora
all'interno delle strutture si fa un'operazione di empowerment
per costruire la scelta", ha detto. Dal punto di vista
strettamente politico Rodano ha sottolineato che in Regione
continuera' l'ostruzionismo dell'opposizione per bloccare l'iter
della proposta. Una strategia che sta gia' dando risultati
positivi. "Si e' creata una discussione anche tra gli ambienti
della maggioranza, in particolare l'assessore Forte ha espresso
perplessita' sull'aspetto finanziario della proposta, visto che
non c'e' nessuna copertura- ha aggiunto- Inoltre con il ritiro
delle firme dei consiglieri di centrosinistra e il venir meno di
tre consiglieri in regione, sulla proposta non c'e' piu' la
maggioranza. Ora e' importante andare avanti con la battaglia".
Intanto la petizioni lanciata sul sito della Casa internazionale
delle donne per bloccare l'iniziativa ha gia' raggiunto quota
settemila firme. Tra i firmatari spiccano i nomi della scrittrice
Dacia Maraini, della vicesegretaria della Cgil Susanna Camusso,
delle giornaliste e scrittrici Lidia Ravera e Miriam Maffai. "A
breve chiederemo un incontro con Renata Polverini e con il
presidente della commissione Affari sociali- ha sottolineato
Francesca Koch della Casa internazionale delle donne-. La legge
istitutiva dei consultori e' stata una conquista delle donne che
gia' prima avevano iniziato a occupare questi spazi. C'era una
visione olistica della salute, considerata in un insieme di
aspetti non meramente ambulatoriali. In questa proposta, invece,
la donna e' nominata solo due volte ed e' privata della
possibilita' di decidere autonomamente". In tutto sono 161 i
consultori della regione Lazio (50 a Roma), di questi solo 84
hanno i requisiti minimi di apertura (4 mattine e due pomeriggi)
e in molti casi tra il personale mancano figure professionali
necessarie. Rispetto ai parti dei 50mila che si effettuano
mediamente nel territorio della regione ogni anno, la meta'
vengono seguiti all'interno dei consultori. "La situazione delle
strutture nel Lazio e' carente. I consultori sono stati sempre
tartassati, ne e' prova il fatto che nelle altre regioni come
l'Emilia Romagna e la Toscana, ce ne sono quasi il doppio- ha
aggiunto Giovannea Scassellati, responsabile per la 194
dell'ospedale San Camillo di Roma-. La battaglia deve essere
sulla salute riproduttiva. L'interruzione di gravidanza non e'
mai una scelta facile, non vogliamo che si crei una situazione
per cui le donne siano costrette ad andare in pellegrinaggio a
Bologna per abortire".
(Wel/ Dire)
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