(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 set. - "Entro la fine di
questo mese la presidente della Regione Renata Polverini, in
qualita' di commissario ad acta per la sanita', dovra' presentare
al Governo il piano di rientro dal debito. Ma il corposo
documento e' totalmente privo di misure in grado di garantire un
gettito di denaro certo. Infatti e' totalmente assente l'estimo
dei beni dell'ex Pio Istituto di Santo Spirito, delle ex casse
mutue Inam, Enpas, Inadel gia' proprietari di immobili e terreni
del valore di decine di miliardi di euro. Beni che ormai sono
parte integrante del patrimonio delle Asl e che potrebbero essere
messi a frutto per sanare l'intero deficit sanitario nel quale
imperversa la nostra Regione". Lo ha dichiarato il segretario
regionale della Fials Confsal, Gianni Romano, a margine di
un'assemblea straordinaria di tutte le componenti sanitarie
distrettuali che compongono l'Organizzazione nelle Asl, aziende
ospedaliere, policlinici e Irrcs.
"La presidente Polverini, come ci si aspetta da un avveduto e
impegnato amministratore- prosegue Polverini- dovrebbe verificare
capillarmente tutto il patrimonio immobiliare ereditato dalle Asl
a seguito della legge di riforma del Servizio sanitario nazionale
dall'ex Pio Istituto di Santo Spirito e dalle ex Casse mutue
assistenziali. Cosi' facendo vedra' che l'ammontare e' enorme:
comprende anche gli ospedali del San Giacomo, San Filippo Neri,
San Camillo, Forlanini, Sant'Eugenio e una consistente porzione
del Policlinico Umberto I. E su questo ammontare incidere con
operazioni immobiliari rivalutative potrebbe essere una chiave di
volta per ripianare i debiti pregressi senza intaccare i Livelli
essenziali di assistenza (Lea) e le carriere dei dipendenti che
invece sarebbero a rischio procedendo con un piano di rientro
senza risorse fresche di cassa. Si tratta di circa 18mila ettari
di tenute in zone di pregio, tra Santa Severa e Palidoro, altri
41 stabili nella Capitale, 266 appartamenti, palazzi d'epoca in
centro, decine e decine di fabbricati a Monteromano, Castel di
Guido, Tarquinia, Palidoro e Santa Severa".
"Difatti sia mettere a frutto porzioni di questi immobili, sia
procedere alla parziale ipoteca di alcuni edifici, terreni o
anche complessi di fabbricati e altrettanto rivalutare i canoni
di locazione dei beni affittati secondo le scadenze contrattuali
produrrebbe entrate consistenti. Insomma per fare cassa- conclude
Romano- invece, di mettere le mani in tasca ai cittadini
imponendo ulteriori imposte percentuali su Irap e Irpef, questa
e' una soluzione non solo praticabile in tempi rapidi ma
soprattutto potrebbe essere foriera di operazioni finanziarie
lodevoli visto che il patrimonio, se dovutamente gestito, si
aggirerebbe su miliardi di euro".
(Wel/ Dire)