AL NIGUARDA DI MILANO OSTETRICIA E PSICHIATRIA PER AFFRONTARLA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 set. - Il 13% delle madri
nei primi tre mesi dopo il parto, soffre di depressione post-
partum, che e' la forma piu' grave di diverse alterazioni
dell'umore, piu' o meno transitorie. La piu' nota e la meno
preoccupante e' il "Baby Blues", che insorge nell'80% delle
gravidanze, a causa degli squilibri ormonali tipici del dopo
parto, e si esaurisce nel giro di una settimana.
"La depressione post-partum ha una durata maggiore - spiega
Mariano Bassi Direttore della psichiatria 2 dell'Ospedale
Niguarda di Milano- e si manifesta con pianti frequenti,
modificazioni dell'appetito o del sonno, stati di
ansia/preoccupazione immotivati e perdita di interesse per le
attivita' che abitualmente danno piacere, inclusa la cura del
piccolo. Nei casi piu' gravi il senso di inadeguatezza nei
confronti del bambino puo' portare a ricorrenti pensieri di morte
e/o suicidio." I dati della letteratura scientifica attestano che
la miglior cura e' la prevenzione.
La partita si gioca, dunque, sull'identificazione di precisi
fattori di rischio che se riconosciuti per tempo consentono di
intervenire in anticipo sullo sviluppo della depressione. "Ad
aumentare la probabilita' di svilupparla-spiega la psicologa Mara
Ceruti - ci sono fattori di ordine biologico, psicosociale e
psicologico. È stata dimostrata, infatti, la correlazione con
condizioni di vita stressanti ( difficolta' economico-lavorative,
lutti recenti ecc..), insoddisfazione matrimoniale, precedenti
depressioni, bassa auto-stima o il dover fronteggiare una
gravidanza non desiderata". Da qualche tempo al Niguarda e' stato
attivato un programma che prevede una stretta collaborazione tra
ostetricia e psichiatria: lo psicologo partecipa all'attivita'
ambulatoriale lungo il percorso di visite che anticipano la
nascita. Il suo ruolo e' quello di sensibilizzare le donne a non
temere il periodo post-parto, sostenendole per affrontare le
difficolta' che lo accompagnano. Non solo. È stata condotta
un'attivita' di formazione per ginecologi, ostetriche e
infermieri: conoscere il disturbo e' fondamentale per
relazionarsi con le madri nella maniera piu' corretta possibile,
inoltre facilita il riconoscimento di quei campanelli d'allarme
su cui e' necessario attirare l'attenzione dello psicologo e, nei
casi piu' gravi, dello psichiatra.
(Wel/ Dire)