(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 set. - Le novita' sulla
legge 40, a proposito della possibilita' di congelamento degli
embrioni introdotte con la sentenza n.151 della Corte
Costituzionale, sono state al centro del "Nono corso
teorico-pratico di Procreazione Medicalmente Assistita" che si e'
svolto a Milano 17 e 18 settembre. La sentenza n.151 del 2009
della Corte Costituzionale ha bocciato e dichiarato
l'illegittimita' dell'articolo 14 - comma 2 - della legge 40 per
quanto concerne l'obbligo dell'unico e contemporaneo impianto di
tutti gli embrioni. Il Corso e' stato promosso dalla "Fondazione
IRCCS Ca' Granda" - Ospedale Maggiore Policlinico - e dalla
Fondazione per la ricerca sull'infertilita' di coppia, con il
patrocinio della Societa' italiana della riproduzione (Sir).
"Sebbene la sentenza non abbia del tutto abolito il divieto al
congelamento degli embrioni - si legge nella nota diffusa dai
promotori del corso - lo ha tuttavia reso possibile qualora il
trasferimento di tutti quelli ottenuti con la fecondazione in
vitro risultasse pericoloso per lo stato di salute della donna.
Oggi, quindi, ad ogni ciclo di stimolazione ovarica e' possibile
fecondare tre o piu' ovociti e conservare il numero di embrioni
che, al fine di ridurre al minimo i rischi per la donna, non si
ritiene opportuno impiantare nell'immediato."Attualmente la
maggior parte dei medici ritiene opportuno fecondare un numero di
ovociti che consenta di ottenere qualche embrione in piu', senza
naturalmente arrivare mai a degli eccessi. Gia' il poter
conservare piu' ovociti aveva portato a risultati molto positivi
nel campo della Procreazione medicalmente assistita (Pma).
"Tuttavia - proseguono gli esperti nel comunicato - i
miglioramenti delle tecniche di conservazione degli ovociti,
raggiunti negli ultimi due anni, ha praticamente portato il
numero di gravidanze ottenute da ovociti congelati ad eguagliare
i successi ottenuti da embrioni crioconservati. Inizialmente si
considerava piu' vantaggiosa la conservazione di embrioni,
poiche' consentiva di ottenere il 20% di maternita' contro il 10%
che si raggiungeva con la conservazione di ovociti." E proprio su
questo punto gli esperti del settore della Pma si sono
confrontati per capire se oggi sia meglio conservare un numero
maggiore di ovociti o di embrioni. Durante il corso, inoltre, si
e' discusso della possibilita' di effettuare la diagnosi
pre-concezionale sul primo globulo polare (PB1) per escludere
eventuali malattie genetiche in soggetti che ricorrono alla Pma.
Questa tecnica e' disponibile dal mese di settembre presso la
struttura pubblica della "Fondazione IRCCS Ca' Granda" di Milano.
"Uno studio e una pratica piu' approfondita e frequente della
diagnosi pre-concezionale sul primo globulo polare (PB1) -
afferma Guido Ragni, presidente della Federazione italiana delle
Societa' scientifiche della riproduzione - porterebbe sicuramente
ad un miglioramento della tecnica diagnostica e ad una
diminuzione della percentuale di errore: una svolta nel campo
della delicata questione della diagnosi pre-impianto
dell'embrione." Durante le sessioni del corso, infine, si e'
tenuto conto anche del cambiamento delle abitudini riproduttive,
caratterizzate dall'aumento dell'eta' in cui si arriva ad
affrontare una prima gravidanza, e della necessita', sempre piu'
frequente nei pazienti con neoplasie, di preservare la fertilita'
prima dei trattamenti chemioterapici.
(Wel/ Dire)