LA CGIL: "UN PUGNO ALLO STOMACO PER MIGLIAIA DI PRECARI"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 set. - "Il famigerato
collegato lavoro, da domani all'esame del Senato, contiene anche
l'iniqua norma sul pensionamento a 70 anni per i medici, a danno
dei precari e di chi non ha incarichi apicali". Lo ricorda
Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici. "Si prevede
infatti la possibilita' per i medici pubblici di andare in
pensione, su propria istanza, con 40 anni di contributi
effettivi, ma senza oltrepassare i 70 anni di eta'. E poiche'
quasi tutti i medici sono assunti dopo i 30 anni, questa legge di
fatto introduce il pensionamento a 70 anni". Si tratta, prosegue
il sindacalista, di "un pugno allo stomaco per migliaia di
precari che vedranno allontanarsi la stabilizzazione del rapporto
di lavoro, specificando la norma che la permanenza in servizio
non puo' dar luogo ad un aumento del numero dei dirigenti. E' una
porta chiusa in faccia a decine di migliaia di medici con
incarichi professionali che vedono maggiormente preclusa la
possibilita' di carriera".
Cozza evidenzia che "appare ovvio che sceglieranno i 70 anni i
medici con incarichi apicali, penalizzando chi, anche a 55/65
anni continua a svolgere turni di guardia, notturni e festivi.
Non risulta neanche eliminata la rottamazione arbitraria da parte
dell'azienda nei confronti dei medici con 40 anni di contributi
compresi i riscatti. La possibilita' del biennio dopo i 65 anni
viene soppressa. Il paradosso dell'iniquita' sta nei 10 anni di
differenza tra chi puo' essere prepensionamento obbligatoriamente
dall'azienda anche a 60 anni di eta', come voluto da Brunetta, e
tra chi potra' scegliere di rimanere in servizio fino a 70 anni,
opera di Sacconi".
Insomma, "una vergogna che la Fp Cgil Medici ha da subito
denunciato e che continuera' a contrastare in tutti i modi
possibili, insieme alla battaglia piu' generale della Cgil contro
tutto il provvedimento, a partire dalla partecipazione al
presidio della Cgil domani alle 15 al Senato".
(Wel/ Dire)