IL 72% DEI 'NONNI' ITALIANI SI SENTE ANCORA IN BUONA SALUTE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 set. - Il 69% degli italiani
over 65 non si considera "vecchio" e il 72% si sente ancora in
buona salute.
Anzi, il 39% ritiene addirittura che la vecchiaia inizi solo a 80
anni, ben oltre l'eta' della pensione. È quanto emerge dal Bupa
Health Pulse 2010, il rapporto della London School of Economics
che, sponsorizzato da Bupa International, gruppo leader
nell'assicurazione sanitaria, rivela come in Italia sia emersa
una nuova generazione di "giovani di spirito" che si sentono
ancora giovani e in buona salute a 70 e 80 anni. Solo il 18%
degli italiani e' "depresso" a causa dell'invecchiamento, mentre
il 70% e' spaventato dalla perdita di memoria e indipendenza che
la vecchiaia puo' comportare. Le malattie piu' temute sono il
cancro (33%) e l'Alzheimer (25%).
La maggioranza degli over 65 italiani non fa assolutamente
progetti per la vecchiaia: solo il 23% ha messo denaro da parte,
mentre tre su quattro si affidano alla propria famiglia,
ritenendo che tocchi ai parenti farsi carico della loro
assistenza. Dal rapporto della London School of Economics emerge,
pero', che la rete di assistenza informale (il modello
tradizionale delle famiglie che badano ai propri anziani) si sta
disintegrando.
A spiegare il fenomeno una serie di fattori: il numero di persone
anziane, che hanno bisogno di assistenza, e' cresciuto piu'
velocemente dei potenziali assistenti delle generazioni piu'
giovani; l'aumento delle donne lavoratrici; la crescita delle
case in cui vive una sola persona.
Dal confronto internazionale emerge come i francesi siano i
piu' "giovani di spirito": il 54% pensa che la vecchiaia inizi a
80 anni. Opposta la percezione dei cinesi, che credono di
invecchiare prima dei 60 anni (il 65%). A guardare con maggiore
ansia alla vecchiaia sono i brasiliani (17% in confronto al 3% in
tutto il mondo), mentre i meno preoccupati risultano essere gli
indiani, con il 70% che dice che "non li preoccupa" e/o che "non
ci pensano".
"In Italia e' bello che le persone si sentano giovani di
spirito- ma sfortunatamente non pensano alle difficolta'
dell'assistenza che il loro Paese deve affrontare- commenta il
dottor Sneh Khemka, direttore medico di Bupa International- La
grande maggioranza degli italiani pensa che i loro parenti
saranno li' a curarli quando non potranno piu' farlo da soli.
Molti non si accorgono che le loro famiglie stanno cambiando e
che i parenti potrebbero non essere in grado di assumersi il
carico dell'assistenza in futuro".
(Wel/ Dire)