(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 set. - Non si da' un voto
"perche' risulterei presuntuoso" e al successore lancia l'appello
di "non lasciar perdere i progetti di innovazione" che l'Ausl di
Ferrara ha avviato. Consigliandolo anche di "armarsi di
pazienza". Fosco Foglietta, direttore generale dell'Ausl estense,
stamane nella conferenza stampa di bilancio dei suoi otto anni al
timone dell'azienda, elenca i suoi punti di orgoglio. Il pareggio
di bilancio per esempio (il disavanzo era inizialmente circa 60
milioni), ottenuto certamente con l'incremento delle risorse e
con la creazione del Fondo regionale per la non autosufficienza
ma anche coi risparmi. Che sono arrivati dal blocco del turn
over, la promozione dei farmaci generici, il risparmio energetico
(con l'utilizzo di fonti rinnovabili e automazione), la gestione
del rischio clinico, lo sviluppo della cosidetta appropriatezza,
il coivolgimento dei medici di medicina generale
nell'organizzazione e quindi nella prevenzione e la cura di
soggetti a rischio. Senza dimenticare che il calo della
popolazione a Ferrara ha portato a una riduzione della quota che
la Regione assegna proprio in base al numero degli abitanti e che
la provincia presenta un rischio di ospedalizzazione piu' alto
rispetto ad altre zone del territorio emiliano-romagnolo (c'e' un
alto numero di diabetici, ipertesi, talassemici, tra gli altri).
L'Ausl di Ferrara, spiega poi Foglietta, e' riuscita anche ad
ottenere la migliore performance regionale nella spesa pro
capite: nel 2007 era 1.695 contro una media regionale di 1.657
euro. Nel 2008 e' cresciuta dell'1,34% contro la media regionale
del 2,41% (Bologna ha il 2,25%; Ravenna il 2,9%).
Tra le altre azioni che sono state sviluppate con costi
contenuti, il direttore generale conta i progetti Salute donna,
quelli sulla Neuropsichiatria, e le dipendenze patologiche. Una
delle parole d'ordine di Foglietta e' innovazione. Innovazione
nel sistema informativo, con la banca dati degli assistiti e
delle loro patologie e la banca dati dei processi di assistenza e
dei servizi sanitari, che sono state incrociate tra loro. Ma c'e'
anche il progetto sull'attivita' fisica in alternativa ai farmaci
(uno di quelli che chiede al successore di completare) che fa di
Ferrara il centro di sperimentazione regionale. Poi la Casa della
Salute, partita all'ex ospedale di Portomaggiore. Questi sono i
progetti sviluppati su input della Regione.
Tra quelli invece nati autonomamente, Foglietta ricorda
l'attivazione dell'insegnamento di medicina del territorio
all'Universita', le attivita' degli ambulatori polispecialistici,
il cambiamento degli orari di apertura degli ambulatori per dare
servizi anche di pomeriggio, l'integrazione tra Ausl e azienda
ospedaliera universitaria, perche' "all'utente interessa una
risposta ai suoi problemi di salute". Il direttore accenna solo
alla questione Cona, assicurando che le "lungaggini nella
costruzione non hanno influito in maniera forte
sull'organizzazione ospedaliera" del territorio. L'ospedale del
Delta, dal canto suo, ha arginato le possibili problematiche del
Sant'Anna. Le liste d'attesa, che prima riguardavano sei-sette
specialita', "ora si sono ridotte a tre o quattro settori".
Insomma, poteva andare peggio. Anche se tra i problemi, che
ancora oggi sono da risolvere, c'e' "l'insufficiente sviluppo
delle assistenze domiciliari", che devono diventare a Ferrara
come nel resto del territorio, l'alternativa al ricovero.
(WEl/ Dire)