(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 set. - Livelli di Pm10 e CO2
superiori ai limiti consigliati in un campione di scuole di
diversi Paesi europei, con alunni che soffrono di problemi
respiratori con maggiore frequenza. A denunciarlo e' lo studio
Hese, a cui ha partecipato l'Ifc-Cnr, che ha monitorato la
qualita' dell'aria in alcune scuole europee rilevando
un'esposizione di Pm10 e CO2 superiore ai limiti consigliati.
Lo studio pilota Hese (Effetti dell'ambiente scolastico sulla
salute), coordinato dal professor Piersante Sestini
dell'Universita' di Siena e condotto su un campione di scuole
situate a Siena e Udine, Aarhus (Danimarca), Reims (Francia),
Oslo (Norvegia) e Uppsala (Svezia) frequentate da piu' di 600
alunni con eta' media di 10 anni. I primi risultati riportati in
un articolo dall'European Respiratory Journal, la piu' importante
rivista europea di settore, di cui e' primo autore Marzia Simoni,
collaboratrice dell'Unita' di epidemiologia ambientale polmonare
dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle
ricerche (Ifc) di Pisa, indicano che, in mancanza di una adeguata
ventilazione, vi e' una esposizione di Pm10 e CO2 superiore ai
limiti consigliati in due terzi delle aule (nelle quali i bambini
soffrono di problemi respiratori con frequenza maggiore).
"Sono stati misurati all'interno e all'esterno delle scuole
fattori ambientali quali temperatura, umidita' relativa, polveri
respirabili, anidride carbonica, biossido d'azoto, composti
organici volatili, ozono, allergeni, muffe, focalizzandosi sulla
concentrazione, nelle aule, di un inquinante (Pm10, polveri
respirabili con diametro fino a dieci micron) e di un indicatore
di scarsa qualita' dell'aria da affollamento in ambienti poco
ventilati (anidride carbonica)", spiega Giovanni Viegi, direttore
dell'Istituto di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) del
Cnr di Palermo e Past President dell'European Respiratory Society
(Ers).
"Inoltre- prosegue- sono state raccolte informazioni su
sintomi e malattie respiratorie, in particolare la presenza,
nell'ultimo anno, di sibili, tosse secca notturna e rinite e la
pervieta' nasale, cioe' il grado di apertura delle narici. Un
sottocampione di bambini e' stato sottoposto ad alcuni test
clinici (tra cui spirometria, test allergologici cutanei,
rinometria acustica, raccolta di secrezioni nasali, valutazione
dell'irritazione degli occhi".
"Per la concentrazione di Pm10, la soglia suggerita dall'Epa
(Environmental Protection Agency) per esposizioni a lungo
termine, 50 microgrammi (mg) per m3, risulta superata nel 78%
delle aule monitorate. La maglia nera spetta alla Danimarca
(circa 170 mg/mc), seguita dall'Italia (circa 150 mg/mc): in
questi due Paesi le Pm10 risultano spesso superiori persino allo
standard Epa per esposizione a breve termine (150 mg/m3)",
prosegue Marzia Simoni, che aggiunge: "Per quanto riguarda la
CO2, il valore standard suggerito dall'Ashrae (American Society
of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers) per
esposizione a lungo termine (mille ppm, parti per milione) viene
superato nel 66% delle aule europee con Italia, Francia e
Danimarca prime a quasi 1900 ppm. Le concentrazioni di PM10 e CO2
risultano correlate, cioe' all'aumentare di un inquinante
corrisponde un aumento dell'altro".
Il ruolo di un'adeguata ventilazione per mantenere una buona
qualita' dell'aria nelle aule risulta evidente. "Dove e'
installato un sistema di ventilazione meccanica (in tutte le aule
svedesi e in parte delle norvegesi), la concentrazione di
inquinanti risulta sempre sotto i livelli di guardia", dichiara
la ricercatrice, che continua: "Secondo l'Ashrae, il ricambio
d'aria minimo nelle scuole dovrebbe essere di 8 litri al secondo
per persona. In circa il 70% delle aule questo valore non viene
raggiunto: nel 100% in Francia, nel 94% in Italia e nell'86% in
Danimarca. Il ricambio e' insufficiente nel 97% delle aule con
ventilazione naturale (apertura delle finestre), rispetto al 13%
di quelle con ventilazione meccanica".
"I circa due bambini su tre esposti a livelli elevati,
rispetto agli altri, riportano sibili e tosse secca notturna con
maggior prevalenza di circa 3,5 volte e rinite in frequenza
doppia, anche considerando gli effetti dell'esposizione a fumo
passivo a casa, oltre a una pervieta' nasale significativamente
minore", aggiunge Viegi, che conclude: "Per la prima volta lo
studio Hese ha permesso un corretto confronto della situazione
ambientale nelle scuole europee, grazie anche alla
standardizzazione delle misurazioni eseguita ad Uppsala, e
sottolinea la necessita', da parte delle autorita' di sanita'
pubblica, di promuovere la consapevolezza dell'impatto che la
qualita' dell'aria puo' avere sulla salute dei bambini: sarebbe
auspicabile effettuare future ricerche in un campione piu' esteso
e in altri Paesi dell'Unione Europea. All'interno degli edifici
anche basse concentrazioni di inquinanti possono avere effetti
dannosi sulla salute se l'esposizione e' prolungata e i bambini
sono particolarmente vulnerabili poiche' respirano una quantita'
di aria superiore, in proporzione al peso, e i loro meccanismi di
difesa sono ancora in fase di crescita".
(Wel/ Dire)