ALLARME SUI METODI UTILIZZATI NELL'OSPEDALE SANTISSIMA TRINITÀ
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 set. - Torna in Sardegna
l'incubo delle contenzioni fisiche. Dopo la tragedia di qualche
anno fa, con la morte dell'ambulante Giuseppe Casu, stroncato da
una trombo-embolia polmonare dopo sette giorni consecutivi di
contenzione, legato con le cinghie nel letto del reparto
psichiatrico dell'ospedale Santissima Trinita' di Cagliari
(episodio su cui sono ancora in corso due processi nelle aule del
Tribunale di Cagliari), nell'Isola riesplode il caso dei metodi
utilizzati nei Servizi psichiatrici diagnosi e cura sardi. Con
un'interrogazione urgente presentata in Consiglio regionale,
quattro esponenti del Partito democratico (Marco Espa, Mario
Bruno, Pierluigi Caria e Valerio Meloni) hanno puntato nuovamente
i fari sulla questione, dopo che in precedenza gia' Gisella
Trincas (responsabile dell'associazione che rappresenta i
familiari dei pazienti psichiatrici) era tornata sull'argomento.
"Avendo appreso che nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e
Cura 1 di Cagliari - scrivono nell'interrogazione - sembra si
pratichi tuttora la contenzione nei confronti di pazienti
ricoverati in trattamento sanitario obbligatorio, con i gravi
rischi che tale pratica puo' comportare, oggettivamente per la
vita delle persone. Stando all'evidenza di cio' che e' purtroppo
successo nel passato con la morte di un paziente". Recentemente
ammodernato e sdoppiato nell'Spdc di Cagliari si devono garantire
15 posti letto per ciascun reparto.
"Negli anni precedenti - proseguono i consiglieri regionali -
nel reparto la pratica della contenzione non risulta agli
scriventi sia stata applicata e che, quindi, oggi costituisce
evidentemente un problema di ordine strategico e culturale e
quindi di una pratica (che in tutta Italia viene sempre di piu'
eliminata) che continua a resistere nonostante la positiva
trasformazione logistica del reparto". Gli esponenti del Pd hanno
cosi' chiesto all'Assessore regionale alla Sanita', Antonello
Liori, di effettuare un monitoraggio sulla situazione del
reparto, ma anche "se corrisponde al vero la notizia che i Centri
pubblici territoriali per la Salute mentale, atti evidentemente a
diminuire i ricoveri e a servire i cittadini con disagio mentale
nei momenti di crisi ed evitate l'ingolfamento degli SPDC, sono
stati depotenziati con una riduzione dell'orario di servizio (da
24 ore su 24 a servizio esclusivamente diurno)".
(Wel/ Dire)