IN EMILIA-R. GIÀ 25 COOP DI MEDICI, MA SI VUOL ESTENDERE MODELLO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 26 ott. - Confcooperative
pensa a una sanita' "federata", con cooperative di camici
bianchi, a partire da quelli di medicina generale, per dare una
qualita' migliore, per ottenere economie di scala e "filiere" di
assistenza e specialistica. Per ora, in Emilia-Romagna, le
cooperative di questo genere sono 25, si trovano a Forli', Reggio
Emilia e Modena. Ma oggi, in un convegno a Bologna intitolato "La
rete dell'assistenza primaria e' cooperativa", Confcooperative
prende le mosse dalla nascita delle Federazione sanita' nazionale
dello scorso aprile, per lanciare il progetto anche in
Emilia-Romagna (dopo il Lazio e l'Abruzzo). I medici, a partire
da quelli di medicina generale, possono dunque associarsi
nell'ottica, che sta perseguendo anche la politica, di una
assistenza territoriale in rete e integrata. Per fare qualche
esempio pratico: il medico puo' avere una "sua" rete di
specialisti dai quali inviare il paziente per le visite
diagnostiche o specialistiche. Gia' oggi accade, ma con la
cooperativa all'utente sara' chiaro l'organigramma dei medici e
dei laboratori federati. E comunque il paziente potra' scegliere
a chi rivolgersi come fa anche oggi.
Altro esempio ancor piu' semplice riguarda la possibilita' di
creare economie di scala tra medici: possono avere in comune una
segretaria che smista le telefonate mentre i medici stanno
effettuando delle visite.
Ma la cooperazione puo' riguardare anche gli operatori socio
sanitari, che in uno stesso territorio si possono aiutare per
dare servizi piu' mirati agli utenti e, anche in questo caso, con
economie di scala. E ancora, gli infermieri, le farmacie, gli
specialisti, le mutue sanitarie. Il seminario che si e' svolto
oggi a Bologna replichera' poi in altre sei regioni dove la
cooperazione riscuote un buon successo.
(Wel/ Dire)