(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 ott. - In Italia, l'artrite
reumatoide colpisce circa 300 mila persone, nel 75% dei casi
donne specie in eta' lavorativa, tra i 35 e i 50 anni. L'artrite
reumatoide e' una malattia infiammatoria cronica autoimmune, a
decorso fluttuante e progressivo, che conduce alla distruzione
articolare con conseguente disabilita' fisica. Ad oggi la
diagnosi della malattia risulta ancora tardiva e lo specialista a
cui il paziente viene inviato non e' sempre il reumatologo.
Infatti, trascorre in media un anno tra la comparsa dei primi
sintomi e la diagnosi, e' frequente che si arrivi dal reumatologo
e alla terapia piu' idonea dopo percorsi tortuosi. Il risultato
finale? Un paziente con artrite reumatoide su due non raggiunge
un buon controllo della malattia o non risponde affatto agli
attuali trattamenti con conseguenze invalidanti.
Esperti della reumatologia italiana discutono a Sorrento di
queste problematiche e delle nuove opportunita' terapeutiche in
occasione dell'evento "RA therapy: look to change". Protagonista
dell'incontro il nuovo farmaco biologico tocilizumab,
un'innovazione terapeutica da poco a disposizione per i pazienti
affetti da artrite reumatoide.
"Tocilizumab ha le caratteristiche per migliorare
significativamente l'armamentario terapeutico disponibile nella
cura dell'artrite reumatoide - commenta Gabriele Valentini,
professore ordinario di Reumatologia e direttore dell'Unita'
operativa di reumatologia dell'Azienda ospedaliera Universitaria
Seconda Universita' di Napoli - Esso, infatti, da un lato ha, in
monoterapia, un'efficacia superiore rispetto al metotrexato,
dall'altro ha un'indicazione elettiva nelle forme con spiccate
manifestazioni sistemiche, cioe' accompagnate da febbre, astenia
e anemia refrattaria alla terapia. Tocilizumab agisce colpendo un
'nuovo' bersaglio, il recettore dell'interleuchina-6, molecola
che ha un ruolo fondamentale nella cascata infiammatoria che
caratterizza l'artrite reumatoide".
La sua efficacia e' stata valutata in un'ampia casistica di
pazienti attraverso il piu' vasto programma di sviluppo clinico
mai realizzato fino ad ora per il trattamento dell'artrite
reumatoide con circa 4.400 pazienti arruolati. Inoltre, e' stato
dimostrato che nei pazienti affetti da artrite reumatoide
moderata o severa trattati per oltre 2 anni con tocilizumab,in
combinazione con metotrexato, si e' ottenuta una significativa
riduzione della progressione del danno articolare. Durante
l'incontro si analizzera' anche il caso Campania, dove si stima
vivano circa 30mila persone affette da artrite reumatoide, ma
rappresenta un caso atipico rispetto al Sud Italia. Infatti, nel
meridione, le strutture sono spesso difficili da raggiungere: il
42% dei pazienti (contro la media nazionale del 31%) non riesce a
raggiungere i centri reumatologici a causa di un'eccessiva
distanza, mentre il 20% (contro la media del 13%) lamenta liste
d'attesa troppo lunghe. In questo contesto, la Campania
rappresenta un caso d'eccezione: "La nostra Regione ha una
diffusione dei centri sul territorio adeguata con circa 11 centri
distribuiti tra tutte le province - commenta Valentini - Inoltre,
sono in atto tentativi di uniformare, attraverso riunioni
periodiche, tutti i centri per assicurare uno standard di cura
adeguato a tutti i pazienti. A Napoli, abbiamo anche istituito,
con l'aiuto dei medici di medicina generale, una 'Early Arthritis
Clinic' e stiamo lavorando per portarla a pieno regime. Il vero
problema della Campania e' invece quello dell'accettazione
centralizzata, particolarmente importante per la prima visita:
bisognerebbe istituire un centro unico di prenotazione, CUP, che
ridurrebbe significativamente i tempi di attesa, smistando i
pazienti nei centri con minore lista d'attesa ed evitando
l'affollamento degli altri. Cio' permetterebbe- conclude
l'esperto- anche di dare una priorita' alle prenotazioni,
agevolando cosi' le persone che necessitano di un intervento piu'
rapido."
(Wel/ Dire)