INDICE GLOBALE DI LINK 2007: "LA FAME NON E' UNA MALATTIA".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 ott. - Combattere la fame
conviene, anche dal punto di vista economico. È il messaggio di
Link 2007, network di 10 organizzazioni non governative che ha
presentato ieri a Milano l' "Indice globale della fame", in
contemporanea mondiale alle iniziative di Washington, Berlino,
Parigi, New Delhi, Dublino e alla vigilia della Giornata mondiale
dell'alimentazione del 16 ottobre. Per calcolare l'indice i
ricercatori assegnano ai diversi Paesi un punteggio calcolato
utilizzando tre indicatori: la percentuale di persone malnutrite,
la percentuale di bambini sottopeso, in eta' compresa tra 0 e 5
anni e il tasso di mortalita' infantile. Il fattore che
maggiormente contribuisce al punteggio globale e' proprio la
malnutrizione infantile, responsabile di quasi la meta' del
valore finale. Secondo l'Indice globale della fame, sono 200
milioni i bambini in ritardo di crescita e 130 milioni quelli
sottopeso. "La denutrizione infantile e' il fattore che incide di
piu' nell'indice della fame nel mondo - afferma Stefano Piziali,
curatore, con Vera Melgari, della edizione italiana del rapporto
e policy advisor di Cesvi - E di conseguenza agire su questo
problema e' l'azione piu' semplice ed economica che si puo' fare
per combattere la fame." Secondo l'Indice, i Paesi con
malnutrizione a livelli "estremamente allarmante" o "allarmante"
sono ventinove. La maggior parte di essi sono in Africa
subsahariana e in Asia meridionale, anche se quest'ultima area
del mondo ha compiuto progressi maggiori rispetto ad altre
regioni dal 1990. In Asia meridionale, tra i fattori che piu'
contribuiscono a un'alta prevalenza della denutrizione nei
bambini in eta' compresa tra 0 e 5 anni, ci sono lo scarso
accesso delle donne a un'alimentazione e un'educazione adeguate e
il loro basso status sociale. "E' stato calcolato che intervenire
con micronutrienti nei primi mille giorni di vita di un bambino
da' risultati rilevanti anche in termini economici, e che per 6
dollari investiti sulla vita di ogni bambino c'e' un ritorno di
100 dollari - prosegue Piziali - La malnutrizione causa un minor
rendimento della persona nello studio e nel lavoro. Combatterla
e' il primo passo per ridurre la poverta'." In Africa l'Indice
fotografa situazioni che fanno riflettere: Paesi come il
Sudafrica, ma soprattutto la Repubblica democratica del Congo e
l'Angola hanno registrato una crescita economica rapida e
rilevante in questi anni. Ma nonostante il forte incremento del
Prodotto interno lordo la lotta alla fame non ha conosciuto
progressi. Invece, in Paesi molto meno ricchi come l'Etiopia ci
sono stati buoni risultati. "La fame non e' una malattia" e' la
raccomandazione delle Ong di Link 2007 ma, dicono, " bisogna
aumentare l'impegno per migliorare l'alimentazione dei bambini."
(Wel/ Dire)