ROMA - Da 17 giorni un gruppo di cittadini, infettati per colpa
di una trasfusione sbagliata di malattie come l'hiv, l'epatite B
o C, provenienti da tutta Italia, stazionano, giorno e notte, con
un camper davanti a Montecitorio e chiedono risposte. A riportare
l'eco della protesta nei palazzi della Camera, l'interrogazione
promossa da Livia Turco del Pd. L'ex ministro della Sanita',
nell'atto parlamentare, ripercorre tutte le vicende relative agli
indennizzi per le persone danneggiate dalle trasfusioni di sangue
infetto. L'ultimo capitolo di una vicenda che vede delle vere e
proprie discriminazioni tra categorie di cittadini danneggiati e'
la proposta del ministero della Salute di prevedere 400 mila euro
come indennizzo per un emofiliaco e 68 mila euro per un
emotrasfuso, sei volte di meno.
Dallo schema transattivo proposto dal ministero della Salute, si
legge ancora nell'interrogazione, si propone di pagare subito chi
ha "le carte in regola", mentre chi ha problemi di prescrizione
deve confidare in un decreto-legge "salva esclusi" successivo, di
cui non esiste alcuna garanzia o impegno scritto. I promotori
dell'interrogazione ritengono invece che tutti i cittadini
danneggiati da trasfusioni con sangue infetto debbano essere
pagati egualmente, senza distinzione di categorie e senza temere
che la prescrizione mandi in fumo i dovuti risarcimenti. Livia
Turco e gli altri parlamentari che hanno firmato l'atto premono
quindi perche' il governo accolga le richieste delle vittime
delle trasfusioni da sangue infetto, facendo si' che tutti i
cittadini danneggiati abbiano lo stesso trattamento risarcitorio
indipendentemente dalla causa che lo ha prodotto. Inoltre, i
parlamentari spingono affinche' si eviti anche di inserire i
termini per la prescrizione dalla domanda di risarcimento,
scongiurando cosi' a coloro che sono stati danneggiati oltre il
danno anche la beffa.
(wEL/ Dire)