RAPPORTO CITTADINANZATTIVA-TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 nov. - Nell'ultimo anno
crescono le segnalazioni di presunti errori medici, soprattutto
in oncologia ed ortopedia.
Liste di attesa lunghe, soprattutto per le ecografie e Tac. Non
accennano a diminuire le dimissioni improprie dagli ospedali. E
poi mancano residenze sanitarie e lungodegenze. A dare la
fotografia dei servizi sanitari del nostro Paese dal punto di
vista dei cittadini e' il Rapporto Pit Salute 2010, dal titolo
'Diritti: non solo sulla carta', presentato oggi al Senato da
Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, alla
presenza di numerosi interlocutori fra cui il ministro della
Salute, Ferruccio Fazio.
Il Rapporto e' stato presentato in occasione dell'evento
conclusivo del trentennale del Tribunale per i diritti del malato
e, per la prima volta, si e' scelto di fare il punto sulle
segnalazioni ricevute dal servizio di consulenza, informazione e
tutela Pit Salute dal 1996, suo primo anno di attivita', ad oggi.
Dal 1996 al 2009 Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del
malato ha raccolto complessivamente circa 228.000 segnalazioni in
tema di sanita', in media 16.000 l'anno.
Il Rapporto 2010 ne analizza 66.712 che sono state lette alla
luce di cinque diritti: diritto alla sicurezza (al primo posto
nei 14 anni con il 28% delle segnalazioni, in diminuzione nel
2009 con il 24%), diritto all'informazione (25% nel periodo
1996-2009, 22% nel 2009), diritto all'accesso (20% nel periodo
1996-2009, 21% nell'ultimo anno) diritto al tempo (10% nel trend
1996-2009, in crescita nel 2009 che fa registrare il 15%) e
diritto all'umanizzazione (8% nel periodo 1996-2009, 9%
nell'ultimo anno).
'Nonostante leggi, linee guida, raccomandazioni e tanti altri
strumenti per migliorare la nostra sanita', ci spiace constatare
che spesso la gran parte di essi resta sulla carta', afferma
Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i
diritti del malato-Cittadinanzattiva. 'Succede per gli errori
medici, le infezioni ospedaliere, le liste di attesa, ma anche
per diritti basilari come quello di avere accesso alla propria
documentazione clinica o di essere rispettati nella propria
dignita'. Non diciamo che la nostra sanita' sia peggiorata, ma ci
piacerebbe poter presto affermare che al primo posto ci sono
davvero i cittadini e i loro diritti. È quello per cui ci
battiamo da 30 anni e sul quale non intendiamo abbassare la
guardia. Per questo proponiamo di adottare la Carta europea dei
diritti del malato in leggi nazionali e regionali dando seguito
all'impegno assunto dal Governo italiano il 14 maggio 2009 con la
Mozione n.75 firmata da tutti i gruppi parlamentari e votata in
Assemblea dal Senato della Repubblica'.
Il rapporto di Cittadinanzattiva si sofferma poi sulla sicurezza
dei servizi sanitari. E qui, sono di nuovo in crescita le
segnalazioni di malpractice soprattutto in oncologia ed ortopedia
e le infezioni ospedaliere non accennano a diminuire.
Al triste vertice della classifica della insicurezza vi sono
le segnalazioni sui presunti errori che nel 2009 (74% dei casi),
suddivisi in terapeutici (49,5% nel 2009, +1,4% sul 2008 e +2,5%
sulla media 1996-2009) e diagnostici (24,5% nel 2009, +5%
rispetto al 2008 e +1,5% rispetto alla media storica).
Nel 2009 le prime tre aree interessate dalle segnalazioni di
presunti errori terapeutici sono state l'ortopedia (24,3%, +3,8%
rispetto al 2008 e +2,5% sulla media dei 14 anni), l'oncologia
(10,7% nel 2009, +2,9% rispetto all'anno precedente e 2,6% sul
trend storico) e l'odontoiatria (9% nell'ultimo anno,
sostanzialmente stabile rispetto al passato).
Nel corso del 2009, le sospette errate diagnosi hanno
riguardato soprattutto l'oncologia che da sola ha raccolto il
38,6% delle segnalazioni (+5,8% rispetto al 2008, + 13,8% sulla
media dei 14 anni).
Dunque, oncologia ed ortopedia risultano le aree in cui si
sbaglia con piu' frequenza. Il boom negativo dell'oncologia
merita attenta analisi: 'Sicuramente per i malati oncologici una
diagnosi non tempestiva o errata puo' cambiare o addirittura
pregiudicare la vita. Il trend in crescita- si legge sempre nel
rapporto- potrebbe dipendere dalla accresciuta sensibilita' dei
cittadini che ci chiamano. Ma temiamo sia determinata anche dalle
difficolta' di accedere in tempi utili ad accertamenti
diagnostici, dai macchinari vecchi, da tempi di lavoro e di
organizzazione inadeguati e dalla mancanza di una adeguata
formazione degli operatori, specie per quanto attiene alla
lettura delle immagini'.
L'ortopedia, dal canto suo, e' un'area specialistica sempre
molto richiesta, a causa dei frequenti incidenti domestici e
stradali. Spesso il personale si trova a lavorare in situazioni
di emergenza, con eccessi di carico di lavoro: 'Per questo
crediamo si debba far fronte al problema con una riorganizzazione
e programmazione dell'assistenza, prevedendo per esempio presidi
dedicati alle sole emergenze'.
Dopo i presunti errori, seguono le segnalazioni sulle infezioni
ospedaliere che negli anni hanno avuto un andamento in crescita
pressoche' costante: nel 2009 si attestano al 10,2%, + 4,1% sul
2008 e +4,9% sul periodo 1996/2009. Contrarre una infezione
nosocomiale comporta un peggioramento per la salute del paziente,
oltre che il prolungamento della degenza, con la conseguenza di
ingenti aggravi di spesa sanitaria, che si puo' stimare tra i
500-2000 euro al giorno.
L'informazione: quando manca son dolori. Soprattutto per
anziani, disabili ed invalidi. I cittadini che si sono rivolti al
Tribunale per i diritti del malato vanno a caccia di informazioni
sulle prestazioni socio-sanitarie (42,1% nel 2009) e sulle
prestazioni assistenziali (30,9%). In particolare, sul versante
delle prestazioni socio-sanitarie, l'informazione manca proprio
laddove sarebbe necessaria, ossia presso gli studi dei medici di
famiglia e dei pediatri di libera scelta: per circa un terzo dei
cittadini diventa un cruccio sapere come prenotare una visita o
quali sono i compiti e doveri di chi l'assiste (la cosiddetta
assistenza sanitaria di base, con il 29,1% nel 2009, + 6,5%
rispetto al 2008 e + 4,8% rispetto alla media 1996-2009). In
seconda posizione, la carenza di informazioni si fa sentire
nell'area della salute mentale (16,5% delle segnalazioni nel
2009, in diminuzione dell'1,8% rispetto al 2008, ma in crescita
del 3,4% sulla media dei 14 anni), e ancora, a pari merito al
terzo posto, la disinformazione interessa l'area delle
prestazioni odontoiatriche (10,7% nel 2009, + 2,9% rispetto al
2008, -0,4% rispetto alla media storica) e dei servizi di
riabilitazione (10,7% nel 2009, +1,1% rispetto all'anno
precedente, 0,3% sulla media dei 14 anni).
Al secondo posto nelle problematicita' legate alla mancanza di
informazioni, si trovano le prestazioni assistenziali, che per la
quasi totalita' dei casi fanno riferimento alla invalidita'
civile (nel 2009 rappresenta l'89,5% delle segnalazioni, valore
in aumento rispetto al 2008 di +9% e addirittura piu' che
duplicato rispetto alla media 1996/2009) e all'esenzione dal
pagamento del ticket che, pur registrando una percentuale del
3,5% nell'ultimo anno, rappresenta la prima voce nella media dei
14 anni.
Capitolo accesso alle cure: si registrano ancora dimissioni
improprie dagli ospedali. E sul territorio mancano residenze
sanitarie e lungodegenze.
Nel 2009 le difficolta' di accesso riguardano soprattutto
l'assistenza territoriale, l'assistenza ospedaliera, l'assistenza
farmaceutica e, strettamente collegata a quest'ultima,
l'esenzione dal pagamento del ticket. Le segnalazioni
sull'accesso all'assistenza territoriale (28,6% nel 2009)
diminuiscono rispetto al 2008 (-1,3 punti percentuali), ma si
assestano su valori piu' alti (di 1,1 punti percentuali) rispetto
alla media degli anni passati. In particolare, crescono le
segnalazioni di difficolta' ad accedere a Riabilitazione,
Residenze sanitarie assistite e lungodegenze (11,1% nel 2009, +
3,6% sul 2008 e +5,7% rispetto alla media dei 14 anni). Le rette
aumentano, i tempi medi di degenza vengono ridotti, mancano
strutture che sappiano gestire persone che presentano quadri
clinici complessi (patologie neurologiche e degenerative allo
stadio avanzato, persone in coma stabilizzato, ecc..).
In questo settore i problemi sono i piu' disparati. In regioni
come la Campania, il Lazio e la Calabria nuove delibere e decreti
nel 2009 hanno modificato sia le condizioni di accesso a questo
tipo di strutture, sia le rette di pagamento, con costi
esorbitanti. In Regioni come la Toscana, l'Emilia-Romagna o la
Lombardia, le pressioni dei cittadini hanno indotto gli
assessorati di mettere in bilancio ulteriori finanziamenti o di
precisare oneri e competenze relative al pagamento delle rette
che, comunque, continuano a rimanere alte. Nel Lazio, sono stati
effettuati altri interventi nel corso del 2009 che hanno
comportato la chiusura di lungodegenze e la loro conversione in
RSA, modificandone, inoltre, i parametri di integrazione della
retta mensile.
Seconda voce nelle difficolta' di accesso e' quella
dell'assistenza ospedaliera, che nel 2009 raccoglie il 20,6%
delle lamentele (+2,1% rispetto al 2008, in diminuzione dell'1,3%
sulla media 1996-2009).
Sulle liste di attesa, si registra una vera e propria chiusura
per le ecografie. Attese record nell'oncologia. E per gli
interventi chirurgici le liste si allungano anche nel privato.
La violazione del diritto al tempo, sottolinea il rapporto di
Cittadinanzattiva, rappresenta in media il 10% delle segnalazioni
ricevute dal Tribunale per i diritti del malato dal 1996 al 2009,
con un incremento notevole negli ultimi anni: nel 2009 si attesta
al 15%. In particolare, l'aumento delle segnalazioni in questo
ambito e' legato alle lamentale sulle liste di attesa per
accedere a visite, esami ed interventi chirurgici (47,4% delle
segnalazioni nel 2009, +9,3% rispetto al 2008 e +4,8% rispetto
alla media 1996/2009) e alle lungaggini per l'accertamento della
invalidita' civile e dell'handicap (42,6% nel 2009, in
diminuzione del 6,1% rispetto all'anno precedente, ma in crescita
del 5% rispetto alla media dei 14 anni).
In riferimento alle liste di attesa, queste interessano in
egual misura l'area diagnostica (36,9%), la specialistica
(31,8%), che quella degli interventi chirurgici (31,3%).
L'ecografia, in particolare quella all'addome, risulta essere
l'esame diagnostico per il quale si attende di piu', anche 340
giorni; nel 2009 essa rappresenta il 27,3% delle segnalazioni sui
lunghi tempi di attesa in diagnostica (con un incremento del 3,9%
sia rispetto al 2008 che alla media dei 14 anni).
Nel 2009 si segnalano un evidente incremento delle
segnalazioni sulle TAC (tempi di attesa anche di 220 giorni) che
da un 10% dell'anno 2008 raggiungono quota 17% e di contro dei
trend di pacata diminuzione nelle segnalazioni sulle risonanze
magnetiche (-4,2%), mammografie (-2,7%) ed ecodoppler (-3,6%).
Esami questi che si caratterizzano per il loro largo impiego in
ambiti clinici di grosso impatto per la salute dei cittadini,
come le patologie oncologiche, neurologiche e cardiovascolari.
Nell'area specialistica, invece, allarmanti tendenze nelle liste
di attesa per l'oncologia: essa balza, insieme all'odontoiatria,
al primo posto nelle attese piu' lunghe (10,2% nel 2009, +2,7%
rispetto all'anno precedente). Ma se per l'odontoiatria sappiamo
quanto poco, pressoche' nulla, garantisca il Servizio sanitario
nazionale, ci allarma avere la sensazione che il tumore possa
attendere: anche piu' di un anno per una visita di controllo dopo
un melanoma.
'Un'importante considerazione va fatta sulla questione liste
di attesa per gli interventi chirurgici: riscontriamo che i tempi
si sono allungati soprattutto nelle strutture private e
convenzionate, segno di un sistema che cosi' com'e' non ce la fa
a rispondere alle esigenze dei cittadini'.
In merito all'umanizzazione delle cure, vincono l'incuria e i
comportamenti inadeguati verso i pazienti.
In 14 anni di Pit Salute, il tema della umanizzazione delle cure
registra un trend sostanzialmente stabile, attestandosi all'8%
delle segnalazioni dei cittadini: dal 1996 ad oggi la crescita e'
stata molto modesta, pari al +1% (9% nel 2009).
La mancata umanizzazione e' scambiare il nome di un paziente
con un numero di un letto, e' passare velocemente vicino al
dolore di una persona e non accorgersi che sta soffrendo, e' dire
la parola sbagliata nel momento sbagliato, e' soprattutto non
fare quel gesto di attenzione che andrebbe fatto.
Incuria, comportamenti del personale, maltrattamenti, dolore
inutile e violazione della privacy, sono i cinque aspetti
considerati in questo ambito dell'analisi. Il piu' segnalato e'
stato l'incuria (49% nel 2009, +5% circa rispetto al 2008 e alla
media dei 14 anni), intesa come mancanza di attenzione e 'cura'
verso le persone assistite, non lavate o cambiate in modo
inadeguato, non aiutate ad alzarsi dal letto o a muoversi per
evitare lesioni da pressione. Si pensi a persone non
autosufficienti e ricoverate in lungodegenza o residenze
sanitarie assistite. Altrettanto numerosi sono stati i casi di
comportamenti inadeguati del personale (40,6% nel 2009, +1,1%
rispetto al 2008 e +2,4% rispetto alla media 1996-2009): poca
pazienza, frasi poco garbate, piu' da parte dei medici che degli
infermieri, anche se i casi che riguardano questi ultimi stanno
aumentando.
Infine, l'area materno-infantile: l'Italia e' il Paese piu'
sicuro per partorire? 'Siamo certamente uno dei paesi piu' sicuri
al mondo in cui partorire ma alcuni dati dell'osservatorio di
Cittadinanzattiva parlano chiaro e mostrano alcuni elementi da
prendere sul serio: nell'ultimo anno le segnalazioni di lunghe
liste di attesa per le visite ostetriche e ginecologiche sono
arrivate all'8,2%, con un incremento del 5,7% rispetto al 2008 e
del 3,3% sulla media dei 14 anni 1996-2009. I presunti errori
diagnostici e terapeutici si attestano rispettivamente all'8,2% e
al 7,3%, sostanzialmente stabile rispetto agli ultimi anni'.
(Wel/ Dire)