NEL 2009 114 CASI IN EMILIA; "PROBLEMA PROFILASSI IMMIGRATI".
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 15 nov. - Lo spettro della
malaria aleggia ancora sull'Emilia-Romagna. L'Italia e' stata
dichiarata dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms)
ufficialmente "libera" dall'infezione fin dal lontano 1970, ma la
malaria ha continuato (silenziosamente) a colpire. Anche in
regione. In realta', non ci sono focolai attivi a queste
latitudini, ma si tratta della cosiddetta malaria
"d'importazione", vale a dire contratta in Paesi ad alto rischio.
Fatto sta, pero', che nel solo 2009 sono stati 114 i casi
registrati tra Piacenza e Rimini (il 97,4% relativi a residenti
nel territorio regionale): il secondo picco piu' alto registrato
dal 2000 (dopo i 123 casi del 2005). Secondo il rapporto
sull'"Epidemiologia della malaria in Emilia-Romagna" nel periodo
1999-2009, curato dalla Direzione generale Sanita' e Politiche
sociali della Regione, "il tasso di incidenza dell'Emilia-Romagna
appare costantemente piu' alto" rispetto al dato nazionale. Un
trend che comunque si spiega con una "maggiore sensibilita' alla
segnalazione" da parte dei medici in regione. Insomma, la
malaria c'e'. Negli 11 anni di monitoraggio i casi documentati in
regione sono stati in tutto 1.184. Nell'intero periodo, il
profilo socio-demografico del paziente malarico descrive in
prevalenza un maschio (nel 66,4% dei casi), tra i 25 ed i 44 anni
(incidenza del 57,5%), di origine straniera nel 72,5% delle
segnalazioni. Allarmante, pero', l'incidenza dei bimbi malati: il
9,9% del totale (111 casi complessivi).
(Wel/ Dire)