(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 nov. - "Il problema della
droga non ha limiti di eta'". Lo spiega l'Osservatorio europeo
delle droghe (Oedt) in una rassegna speciale pubblicata oggi a
corredo della Relazione annuale 2010.
L'Europa, di fatto, sta assistendo ad un marcato invecchiamento
della popolazione: entro il 2050, circa un quarto della
popolazione europea avra' 65 anni o piu'. Stando alle statistiche
pubblicate oggi, anche la popolazione europea che fa uso di
droghe sta invecchiando e rispondere alle esigenze dei
consumatori di droga anziani e' un problema crescente per i
servizi terapeutici. Questo fenomeno e' particolarmente
accentuato nei paesi occidentali, dove il primo boom di consumi
di eroina dell'Ue si e' verificato negli anni 1980 e 1990.
La rassegna, che si concentra sui tossicodipendenti di eta' pari
o superiore ai 40 anni, mette in luce la "gravita'" dei loro
bisogni e la loro "bassa qualita' di vita". Soprattutto, pone
all'attenzione il problema dello scarso numero di programmi di
cura e trattamento specifici per consumatori di stupefacenti
appartenenti a questa fascia di eta' in Europa.
I dati provenienti da centri specializzati nella cura delle
tossicodipendenze e quelli relativi alle terapie sostitutive per
i consumatori di oppiacei mostrano che i consumatori di
stupefacenti anziani al giorno d'oggi rappresentano una
percentuale importante degli utenti e, in molti paesi, tale
percentuale e' in crescita. In media, circa una persona su cinque
(il 19%) tra quelle che si sottopongono a cure in Europa ha 40
anni o piu', mentre in alcuni paesi la cifra rasenta il 30%. Cio'
rappresenta un aumento sostanziale rispetto ad un decennio fa,
quando nella maggior parte degli Stati membri la percentuale dei
pazienti non piu' giovani non superava il 10%.
Il Portogallo riferisce la percentuale piu' alta (28%) di
consumatori di stupefacenti in eta' avanzata che si sottopongono
a cure, mentre la Spagna denuncia l'incremento maggiore: 15 punti
percentuali in piu' dal 2000. Dai dati relativi specificatamente
alla terapia sostitutiva emerge che, in alcuni paesi, piu' della
meta' dei clienti ha piu' di 40 anni.
Mentre nei paesi occidentali dell'Ue si riscontrano le piu' alte
percentuali di consumatori problematici di droga ultraquarantenni
attualmente in terapia, nella maggior parte dei paesi dell'Europa
centrale e orientale questa fascia di eta' costituisce una
percentuale esigua di consumatori problematici di droga che si
sottopongono a cure. "Dal momento che in queste regioni il boom
del consumo di droga e' avvenuto in un'epoca successiva (fine
degli anni 1990, 2000)a' nei prossimi decenni si prevede un
aumento del numero di consumatori problematici di stupefacenti
appartenenti a tale fascia di eta' anche in quei paesi", si legge
nella relazione.
I consumatori di stupefacenti non piu' giovani che si
sottopongono a trattamento riportano tassi elevati di
disoccupazione, isolamento sociale e presentano le conseguenze
fisiche e psicosociali croniche di un consumo di stupefacenti di
lungo termine (per esempio malattie epatiche, danni riconducibili
alle overdosi, depressione). Sono inoltre frequenti problemi
correlati al consumo di alcol e tabacco. Una volta raggiunti i
40anni, e essendo sottoposti ad un processo di invecchiamento
precoce, i consumatori di stupefacenti possono aver bisogno di un
livello di assistenza generalmente associato a una persona con 20
anni in piu'. I servizi di cura sono attualmente calibrati su
consumatori di stupefacenti piu' giovani e il personale in
servizio spesso non conosce le problematiche collegate alla
tossicodipendenza nell'eta' matura e non e' in grado di gestire i
cambiamenti fisici e sociali, che si verificano con
l'invecchiamento (per esempio mobilita' ridotta, malattie
cardiovascolari, decesso di familiari).
(Wel/ Dire)