(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 nov. - L'asma "sta cambiando
volto" e "drammaticamente in peggio. Si nasconde dietro un
raffreddore allergico apparentemente banale e, all'improvviso, e'
'fame d'aria'. Cambia volto ma anche obiettivi: colpisce sempre
piu' le persone fra i 30 e i 40 anni. Pazienti con tante
esigenze, poca pazienza, culto della fretta e sacerdoti della
tecnologia.
È questo il ritratto della 'generazione X' che emerge da
un'indagine condotta per la Msd dalla Doxapharma su un campione
significativo di pazienti asmatici di eta' media di 32 anni e
mezzo su tutto il territorio nazionale. Uno su tre dichiara di
avere un rapporto problematico con l'asma. Sei su dieci lamentano
limiti alla propria quotidianita'. Due terzi si svegliano di
notte ed hanno problemi a respirare. Si curano ma non con
continuita': utilizzano il farmaco quattro volte su sette. Il
paziente che emerge dall'indagine vorrebbe farmaci che
garantiscano al tempo stesso efficacia, minori effetti
collaterali e anche maggiore comodita' d'uso dell'erogatore, in
una sorta di circolo dove il rapporto con la patologia, comunque
discreto, peggiora quando il paziente non e' controllato e/o ha
difficolta' ad utilizzare l'erogatore. I dati dell'indagine lo
confermano: 84 su cento ammettono di essere insoddisfatti
dell'erogatore.
La "generazione X" e' una generazione di asmatici che si cura
solo "al bisogno". E cosi' facendo, si mette in guai che possono
essere anche molto seri. "È la generazione che confida nella
tecnologia per risolvere i suoi problemi e che, da un farmaco, si
aspetta quel 'qualcosa in piu'' che renda possibile conciliare le
esigenze di una terapia con quelle di un ritmo di vita sempre
piu' incalzante" afferma Giorgio Walter Canonica, direttore della
Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio e Allergologia
dell'Universita' degli Studi di Genova, nel corso di una
conferenza stampa svoltasi oggi a Roma. "È un paziente che chiede
di piu': piu' sicurezza, piu' comodita', piu' semplicita'. Una
richiesta alla quale oggi e' possibile venire incontro. La
terapia per la "generazione X" e' piu' vicina".
Finalmente e' arrivato in Italia un farmaco, il mometasone
furoato in un nuovo erogatore (nome commerciale Asmanex), che,
grazie al sapore che permette al paziente di avere la certezza di
aver assunto la dose, al contatore che rende possibile tenere
sotto controllo la quantita' di farmaco ancora a disposizione, e
non richiedendo ne' il distanziatore ne' altri strumenti diversi
da quelli gia' forniti nella confezione, consente di rispondere
alla richiesta di comodita' e semplicita' d'uso. Il paziente deve
solo svitare il tappo, inalare e riavvitare il tappo.
"La nuova veste di mometasone furoato, in monosomministrazione
e con il nuovo erogatore" continua Canonica "e' una grande
novita' perche' si uniscono l'efficacia e la sicurezza, ormai
comprovata, di questo steroide inalatorio, con una serie di
strumenti ed accorgimenti che consentono maggiore aderenza alla
terapia. Il device e' molto importante per il paziente: piu' e'
semplice, minori saranno gli errori nell'assunzione del farmaco.
L'aderenza alla terapia e' il grande ostacolo che i pazienti
innalzano davanti a se' senza rendersene conto. Tendono a saltare
la dose, a dimenticarsene piu' volte al giorno. Ecco perche' la
terapia 'su misura' e' una tera08- Nov-2012-ASM-2010-IT-4308-PR
pia che fa della semplicita' il suo punto di forza.
Monosomministrazione, certezza nelle modalita' di assunzione,
e aiuto nel tenere sotto controllo la quantita' di farmaco ancora
a disposizione nella confezione, sono senza dubbio i desideri che
i pazienti avevano. Oltre, ovviamente ad efficacia ed effetti
collaterali minimi." "Dottore, la tosse non mi fa dormire." Il
piu' delle volte inizia cosi' la scoperta di essere entrati nel
tunnel degli asmatici. La malattia e' pericolosamente in aumento
non solo tra i bambini, ma anche tra gli adulti e gli anziani, in
particolare tra i 30 e i 40enni che, probabilmente, avevano una
predisposizione genetica verso la malattia. Questa, sollecitata
da qualche fattore ambientale o da qualche sostanza nuova con la
quale si e' venuti a contatto, esce dalla fase di latenza.
Lo sanno bene i medici di 'Medicina Generale' che sempre piu'
spesso si trovano a visitare pazienti con il "fiato corto",
figlio di quella tossetta, il piu' delle volte trascurata,
anticamera della rinite allergica anche quando non ci sono i
pollini della primavera. "Il paziente con rinite allergica tende
a non andare dal medico di base ma a curarsi con prodotti di
automedicazione, soprattutto agendo 'al bisogno', sul sintomo. Ed
e' un grande errore," commenta Germano Bettoncelli - Medico di
Medicina Generale a Brescia. "Non si dovrebbe mai trascurare un
controllo in un paziente con sintomi di rinite perche' e' un
soggetto a rischio d'asma. Cosi' come un paziente non dovrebbe
considerare la rinite come una semplice scocciatura da sopportare
con un fazzoletto a portata di mano e uno spray nasale al
bisogno. Questo pero' e' un problema educazionale.
Adesso c'e' un'arma importante nelle mani del Medico di Medicina
Generale: il mometasone furoato. La comodita' nella
somministrazione aiutera' sicuramente l'adesione alla terapia. E
se si somma questo all'efficacia e all'affinita' con i recettori
glucocorticoidi, si capisce perche' questa sia un'arma
terapeutica cosi' importante. Inoltre, questo farmaco annulla il
timore che ogni asmatico vive quando gli viene prescritto uno
steroide: rispetto ad altri il mometasone furoato assicura che in
circolo resti una scarsa quantita' di farmaco e, quindi, gli
effetti collaterali siano effettivamente molto bassi".
L'asma non e' solo una malattia in rapido aumento. Prendendo
in esame gli studi Gina (Global Initiative for Asthma), Isaya
(Italian study on asthma in young adults) e il 'Rapporto Osmed'
si arriva alla conclusione che l'asma ha anche un forte impatto
economico: nel 2009, tutti i farmaci dell'apparato respiratorio
sono costati 1.759 milioni di euro, piu' della meta' a carico del
Servizio Sanitario Nazionale. Le componenti del costo medio
annuale di un paziente adulto asmatico in Italia sono da imputare
per il 39 per cento alla perdita delle giornate di lavoro, per il
22 per cento alla perdita di attivita', per il 21 per cento alla
spesa per i farmaci, per l'8 per cento all'ospedalizzazione, per
l'8 per cento agli esami e infine per il 2 per cento alle visite
in pronto soccorso.
(Pic/ Dire)