RAPPORTO DELL'AGENZIA EUROPEA PER I DIRITTI FONDAMENTALI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 nov. - L'Agenzia europea per
i diritti fondamentali (Fra) ha pubblicato oggi una relazione sul
diritto alla partecipazione politica e al voto delle persone con
problemi di salute mentale o disabilita' intellettiva nell'Unione
europea, diritto che in alcuni Stati membri viene ancora negato.
Come ricorda Morten Kjaerum, "il diritto di voto e' un diritto
fondamentale di tutti i cittadini dell'Ue, comprese le persone
con disabilita'.Gli Stati membri dell'Ue che ancora negano questo
diritto dovranno quindi adeguare le loro leggi per fare in modo
che queste persone siano in grado di partecipare alla societa'
come fanno gli altri cittadini". Un esempio della contraddizione
sollevata da questo diritto negato lo da' al meglio uno dei
disabili intervistati, affermando che "anche se non posso
parlare, non vuol dire che non abbia niente da dire".Il rapporto
rivela che troppo spesso gli Stati membri dell'Ue negano
automaticamente il diritto di voto alle persone che non hanno
capacita' giuridica.Cio' significa che le persone non legalmente
autorizzate a stipulare contratti o sposarsi a causa di un
problema mentale o intellettivo, si vedono automaticamente negato
il diritto di voto, senza alcuna valutazione individuale da parte
di un tribunale o di un giudice sulle loro capacita'. Questo
approccio sembra in contraddizione con l'articolo sulla capacita'
giuridica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con
disabilita'.
Al momento sono 16 i paesi dove i disabili mentali e/o
intellettivi non godono del pieno diritto alla partecipazione
politica: Portogallo, Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Germania,
Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca,
Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Grecia. Negli altri
paesi, questo diritto viene garantito totalmente o in parte,
sulla base dell'handicap. Il rapporto della Fra fa parte di un
piu' ampio progetto di ricerca sui diritti fondamentali delle
persone con problemi di salute mentale e le persone con
disabilita' intellettiva.Oltre ad un'analisi delle leggi vigenti
nei 27 Stati membri, la ricerca ambisce a valutare anche la
situazione sul terreno, coinvolgendo come ricercatori le persone
con disabilita' intellettiva e con problemi di salute mentale.Le
conclusioni saranno pubblicate nel 2012. L'Unione europea ha
firmato la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con
Disabilita' (Crpd), e 16 dei 27 Stati membri la hanno gia'
ratificata.In quanto primo trattato sui diritti umani a cui l'Ue
ha aderito in quanto tale, si tratta di passo importante per
garantire i diritti dei cittadini europei con disabilita': si
stima che questi siano circa il 10% della popolazione, ovvero
circa 50 milioni di persone. La Convenzione Onu rappresenta un
importante cambiamento nel modo di concepire la disabilita':
infatti e' la societa' che deve adattarsi alle esigenze delle
persone con disabilita', non viceversa. Le conclusioni del
rapporto Fra saranno presentate domani a Lisbona nel corso di una
conferenza sulla promozione dell'inclusione sociale e la lotta
alla stigmatizzazione nel settore della salute mentale.
(Wel/ Dire)