SALUTE. INTERFERENTI ENDOCRINI, PERICOLO PER RIPRODUZIONE UOMO
GAROFALO (AME): AGISCONO SU SVILUPPO SESSUALE, CAUSA INQUINAMENTO
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 nov. - Nell'ambiente si
diffondono con sempre maggiore intensita' particolari categorie
di sostanze chimiche o naturali, in grado di interferire negli
equilibri degli ormoni sessuali e di determinare effetti nocivi a
vari livelli sulla salute degli esseri viventi. Una delle
conseguenze piu' gravi ed imprevedibili di questo fenomeno e' la
potenziale interferenza di tali sostanze, definite "endocrine
disruptors" (ED), con il sistema endocrino e le capacita'
riproduttive, sia negli animali che nell'uomo. Una volta dispersi
nell'ambiente, questi composti non si degradano e penetrano
nell'organismo attraverso la cute, le mucose, l'apparato
respiratorio o per via orale.
"Pur se nati con scopi diversi,come additivi delle plastiche,
pesticidi, fitofarmaci, ecc, casualmente hanno la capacita' di
bloccare l'azione degli ormoni, in particolare gli androgeni, una
volta nel corpo", ha spiegato Piernicola Garofalo, presidente
del'Associazione medici endocrinologi (Ame)in occasione del X
Congresso nazionale della societa' da poco conclusosi a Napoli.
"Gli interferenti endocrini- ha aggiunto Garofalo- agiscono
durante lo sviluppo sessuale che inizia nel grembo materno e si
conclude intorno ai vent'anni, con fasi piu' o meno intense.
Contrastano l'azione degli ormoni sessuali, frenano tutto il
processo di sviluppo sessuale e influenzano anche il
comportamento". Gli interferenti endocrini agiscono, dunque,
anche come agenti mutageni, sono in grado, cioe', di modificare
il DNA o la sua espressione, la cui parte piu' dinamica,
l'epigenoma, viene continuamente indotta, modulata e trasformata
dall'ambiente. "Esporre costantemente il nostro DNA ad un
inquinamento sempre maggiore- prosegue l'esperto- in particolare
a metalli pesanti, a particolato ultrafine, agli idrocarburi
aromatici, al benzene, alle diossine, ai cosiddetti distruttori
endocrini, nel lungo periodo modella l'epigenoma e crea le basi
per determinare quelle mutazioni genetiche che poi provocano
particolari tipologie di tumori". La prevenzione, anche in questo
caso, assume un ruolo fondamentale: "Da un lato- sottolinea
Garofalo- bisognerebbe avere maggiore attenzione all'inquinamento
ambientale, in particolar modo nelle citta'; dall'altro si
dovrebbe limitare l'esposizione delle mamme in gravidanza,
soprattutto per salvaguardare la qualita' di vita e l'assetto
(epi)genomico delle generazioni future".
(Wel/ Dire)
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