SCOPERTO UN NUOVO METODO PER PROVOCARE FASI DI "PLASTICITÀ"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 mar. - I ricercatori della
University of California San Francisco hanno scoperto un nuovo
metodo per provocare nel cervello una fase di "plasticita'", lo
stato che permette ai circuiti neuronali di cambiare.
Sperimentando sulla corteccia visiva dei topi, gli studiosi hanno
aperto la strada alla possibilita' di riparare i circuiti
cerebrali danneggiati da problemi di sviluppo o traumi.
Durante i primi stadi di sviluppo tutte le regioni del cervello
vivono periodi di plasticita', per permettere la formazione di
circuiti neuronali attraverso il processo della trasmissione
sinaptica. Nel caso della corteccia visuale, i neuroni rispondono
ai segnali visivi, trasmettendoli da cellula a cellula, fino a
creare il relativo circuito neuronale.
Nella corteccia visuale, e' il neurotrasmettitore inibitorio
GABA, rilasciato dai neuroni, a provocare lo stato di
plasticita'. I ricercatori hanno quindi pensato di introdurre
cellule che producono l'amminoacido GABA, creato con staminali
embrionali neuronali, e ricreare cosi' lo stato di plasticita'. I
risultati dello studio sembrano aver dato loro ragione.
Prendendo un gruppo di topi durante il periodo di plasticita'
(intorno alla quarta settimana dalla nascita), e privandoli della
vista ad un occhio, gli studiosi hanno impedito uno sviluppo
completo dei circuiti neuronali. Hanno poi trapiantato neuroni
embrionali immaturi nella corteccia visiva degli animali. Con la
maturazione delle cellule embrionali in neuroni che producono
GABA, sono stati in grado di indurre un secondo stadio di
plasticita'. Si e' visto che l'occhio a cui non era stato
permesso di vedere durante il primo stadio naturale di
plasticita' era ora in grado di ricalibrare i propri circuiti
neuronali nel secondo stadio di plasticita' artificialmente
indotto.
Lo studio suggerisce che in futuro potrebbe essere possibile
trapiantare neuroni immaturi nella corteccia visuale e in altre
parti del cervello danneggiato da ictus, trauma, disordini dello
sviluppo, malattie psichiatriche e invecchiamento per dare al
cervello di autoripararsi.
(Fonte: Aduc)
(Wel/ Dire)