(DIRE) Castrocaro, 26 mar. - "Sono tre i filoni su cui si orienta
oggi la ricerca piu' avanzata sulla presbiacusia, cioe' la
perdita dell'udito dovuta all'avanzamento dell'eta'". A parlarne
e' Richard Salvi, docente e ricercatore all'Universita' di New
York a Buffalo (Usa), presente al Congresso dell'Associazione
italiana otorinolangoiatria e geriatria (Aiog) in corso a
Castrocaro. "Una ricerca si sta sviluppando sull'individuazione
dei geni che possono indurre tale deficit e il successivo
sviluppo delle terapie adeguate- spiega il ricercatore- un'altra
e' rivolta all'utilizzo di antiossidanti nei meccanismi della
presbiacusia. Quest'ultimo studio ha gia' identificato tre
antiossidanti: acido alfalipoico, N-acetil cisteila, coenzima
Q10. Un altro filone di ricerca- prosegue- si orienta, invece, su
una casistica di animali che hanno subito un trauma acustico
nella primissima eta' e non hanno subito nessun tipo di
trattamento terapeutico. L'ultimo studio ha rilevato
un'accelerazione dei processi di invecchiamento delle cellule
ciliati e ha incentivato l'investigazione sull'esposizione nelle
fasi iniziali della vita. In particolare i ratti sottoposti a
stress acustico quotidiano non eccessivo, secondo le ricerche,
presentavano una maggiore resistenza alla presbiacusia, grazie
allo sviluppo di antiossidanti naturali".
E ancora sul tema della perdita dell'udito il ricercatore
americano svela i risultati di una ricerca che cambia il modo di
approcciare alla sordita': "Uno studio dell'Universita' del
Wisconsin ha evidenziato come in un'osservazione prolungata su
problemi di esposizione acustica nei giovani di oggi, confrontati
con giovani di venti anni fa, il risultato e' stato assolutamente
sorprendente: nonostante la maggiore esposizione a stress
acustici i giovani di oggi presentano meno danni, probabilmente a
causa di una maggiore attenzione e una adeguata normativa per
quanto riguarda i meccanismi di protezione".
(Wel/ Dire)