I GINECOLOGI: "RESTA ANCORA UN TABÙ E LA COPPIA VA IN CRISI"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 mar. - Il dolore sessuale
femminile (dispareunia) e' un 'segreto' molto diffuso tra le
donne, ne soffre il 15% in eta' fertile e la percentuale sale
fin quasi alla meta' in quelle in menopausa (44%), con gravi
ripercussioni sulla qualita' di vita e sulla coppia. Tra i
fattori scatenanti, quelli biologici (infezioni recidive da
candida o pelviche, endometriosi, iperattivita' del muscolo che
circonda la vagina, stipsi fin dall'infanzia), psicosessuali
(paure, inibizioni educative o disturbi d'ansia), ma possono
essere fonte di dolore alla penetrazione anche i preliminari
frettolosi, i conflitti col partner e la scarsa compatibilita'
anatomica. Per far luce su questo intimo disturbo, la Fondazione
Graziottin e l'Associazione italiana vulvodinia, organizzano oggi
a Milano il primo corso nazionale di formazione.
"Si tratta di problemi frequenti- afferma Alessandra
Graziottin, Direttore del centro di ginecologia del San Raffaele
Resnati di Milano, che proprio al dolore della donna ha dedicato
la Fondazione che porta il suo nome- ma che sono tabu' per i
medici. Non esiste, infatti, una cultura specifica per affrontare
il dolore sessuale in modo rigoroso e mirato e vi e' una scarsa
attenzione a tutti quei disturbi 'di genere' direttamente o
indirettamente correlati alla sessualita' femminile e che spesso
le donne faticano a confessare".
E anche i tempi di identificazione del problema sono molto
lunghi: in media occorrono 6/7 anni prima di giungere a una
diagnosi. "È necessario sviluppare tra i professionisti una
nuova sensibilita' - afferma Giorgio Vittori, presidente della
Societa' italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) - per
cogliere i "campanelli d'allarme" dall'infanzia (come la stipsi
ostruttiva o i disturbi minzionali) e dall'adolescenza per
intervenire precocemente. La nostra Societa' e' fortemente
impegnata nella lotta a questa sofferenza". Ma quali sono i
segnali da non sottovalutare? "La difficolta' ad inserire il
tampone interno, spesso dovuta non alla scarsa dimestichezza ma
ad un ipertono muscolare o a un imene troppo stretto o rigido -
spiega la Graziottin - E se la "prima volta" circa i due terzi
delle ragazze sente male, nelle occasioni successive il dolore
durante la penetrazione non deve piu' verificarsi." Anche alcuni
consigli pratici possono essere d'aiuto: indossare biancheria
intima di cotone bianco, preferire le gonne, usare protezione
intima in fibre naturali, detergenti a pH 5, non profumati. In
caso di vulvodini'a (la sensazione dolorosa cronica che interessa
la regione vulvare), gli esperti consigliano di evitare esercizi
fisici che comportino un eccessivo sfregamento e frizione, come
la bicicletta.
"Scopo condiviso della Fondazione e della nostra Associazione
e' mettere al centro della diagnosi di dolore la donna e le
patologie che posso concorrere al quadro clinico - aggiunge
l'altro presidente del corso, Filippo Murina, primo referente del
servizio di patologia vulvare dell'Ospedale V. Buzzi di Milano e
direttore scientifico dell'Associazione italiana vulvodinia -
L'impegno e' molto pragmatico: fornire ai colleghi linee guida e
indirizzi clinici concreti, basati su un rigoroso razionale
fisiopatologico, cosi' da aumentare il numero di medici che
possano curare questi problemi in modo definitivo, con piena
soddisfazione della paziente e del professionista". Maggiori
informazioni sulle attivita' promosse dalla Fondazione sono
reperibili nel sito www.fondazionegraziottin.org
<http://www.fondazionegraziottin.org/> , dove e' stato attivato
anche un sondaggio sul dolore al femminile che per la prima volta
in Italia raccogliera' dati certi su questo tema.
(Wel/ Dire)