OK DELLA COMMISSIONE EUROPEA. IL 'NO' DELL'ITALIA: "CI BATTEREMO"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma , 2 mar. - La Commissione
europea ha autorizzato la coltivazione della patata 'Amflora',
prodotta dalla multinazionale Bayer. Un decisione storica -in
quanto mette fine all'embargo sulle nuove colture Ogm che
resisteva nell'Ue dall'ottobre del 1998- ma che riaccende il
dibattito e le polemiche. Per i Verdi, quella assunta dal governo
di Bruxelles e' una decisione "gravissima e inaccettabile", con
gli iscritti al partito che annunciano di essere "pronti a
presentare un quesito referendario gia' dalla prossima settimana
per evitare che gli Ogm vengano coltivati in Italia". La coltura
autorizzata, continuano i Verdi, "presenta dei profili di rischio
molto alti perche' avrebbe un gene marker che provoca resistenza
ad un antibiotico importante per la salute umana". In questo
modo, denunciano gli ambientalisti, "non solo e' stato violato il
principio di precauzione nei confronti delle colture
geneticamente modificate ma anche la direttiva Ue 2001/18 che
proibisce espressamente l'autorizzazione per gli Ogm che
contengono geni di resistenza ad antibiotici importanti per la
salute umana". L'ok alla coltivazione delle patate Amflora
rappresenta dunque "un vero e proprio assalto alla sicurezza
alimentare, alla nostra agricoltura tipica, di qualita' e
biologica: a rischio c'e' tuto il made in Italy agroalimentare".
"La decisione presa dalla Commissione europea di concedere
l'autorizzazione alla coltivazione di una patata geneticamente
modificata, ci vede contrari. Il fatto di rompere una
consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 e' un
atto che rischia di modificare profondamente il settore primario
europeo". Cosi' il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia,
commenta il via libera di Bruxelles alla coltivazione della
patata ogm 'Amflora' di proprieta' della Bayer.
"Non solo non ci riconosciamo in questa decisione ma ci
teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in
dubbio la sovranita' degli Stati membri in tale materia",
aggiunge Zaia, assicurando che "da parte nostra proseguiremo
nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura
tradizionale e della salute dei cittadini". Il ministro assicura
che "non consentiremo che un simile provvedimento, calato
dall'alto, comprometta la nostra agricoltura". Per questo,
conclude, "valuteremo la possibilita' di promuovere un fronte
comune di tutti i paesi che vorranno unirsi a noi nella difesa
della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie
europee".
(Wel/ Dire)