SANITÀ. CODICI: LAZIO, STIPENDI D'ORO, ATTESA E INEFFICIENZE
OSSERVATORIO PRESENTA I DATI: TROPPI TAGLI RISPETTO A ESIGENZA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 mag. - Si e' tenuta la
conferenza stampa realizzata dall'Osservatorio Codici "Salute in
rosso: dalla malasanita' alla mala gestione del servizio
sanitario del Lazio". Nel corso della conferenza stampa sono
stati presentati i dati sugli "stipendi d'oro dei top manager
della sanita', sulle liste d'attesa e sulle inefficienze dei
servizi".
Uno studio, compiuto esa¡minando 1.900 sentenze del Tri¡bunale
civile di Roma dal 2001 ai primi tre mesi del 2007, ha
evidenziato che "gli errori in corsia piu' frequenti sono stati
dei chirurghi (595), segui¡ti da odontoiatri (278), orto¡pedici
(245), ginecologi (191), chirurghi estetici (181) e oculi¡sti
(93). Ma le criticita' del Ssr non si fermano certo qui. Ospedali
in ginocchio a causa dei tagli effettuati in questi anni e posti
letto deficitari rispetto alle esigenze dell'utenza. Pazienti
dimenticati per ore in barella nelle corsie, per poi essere
trasportati in strutture in grado di accoglierli, Pronto Soccorsi
in tilt".
Secondo Codici, "il Lazio e' inoltre la Regione d'Italia con
il peggior disavanzo sanitario ed e' la Regione che ha accumulato
il maggior disavanzo pro capite dal 2001: 2.036 euro. In totale,
dal 2001 al 2008, il disavanzo cumulato ha sfiorato gli 11
miliardi di euro". Tra le maggiori criticita' riscontrate dal
Codici: i disservizi del 118; le lunghe liste d'attesa; la
cattiva gestione dell'intramoenia e le inefficienze del Sistema
sanitario inversamente proporzionali agli stipendi d'oro dei
top manager della sanita'.
Ecco la descrizione che ne da' il Codici: - Criticita' 118:
molti dei disservizi del 118 sono di vecchia data, alcune di
queste criticita' dipendono da discrasie organizzative, altre
dalla cattiva gestione della Centrale operativa provinciale del
118. Il dramma e' che molti di questi elementi di debolezza del
Servizio sono stati lungamente celati o del tutto ignorati. A
Roma, ad esempio, il 118 puo' contare su un parco macchine di
sole 200 ambulanze ma sono circa 3.000 le telefonate che arrivano
ogni giorno;
- Liste d'attesa: il mal servizio delle lunghissime liste
d'attesa colpisce trasversalmente tutte le province del Lazio e
rientra tra le assolute priorita' che necessitano di un urgente e
concreto "piano risanatore". Attendere 289 giorni nella Asl di
Latina per un elettrocardiogramma, potrebbe voler dire, per il
paziente, nella "migliore" delle ipotesi, l'aggravamento di una
patologia non tempestivamente diagnosticata e curata. Ma quali
sono i casi piu' eclatanti? Fanno sicuramente riflettere i 169
giorni di attesa per un'ecografia dell'addome superiore
nell'ospedale Gentile da Fabriano, afferente alla Asl Roma A e
ancora i 347 giorni, quasi un anno, perche' un cittadino possa
riuscire ad effettuare un'esofagogastroduodenoscopia al
Poliambulatorio di Zagarolo della Asl Roma G. Come non menzionare
poi i 222 giorni necessari perche' al "Sandro Pertini" della Asl
Roma B si riesca ad eseguire una mammografia o i 252 per una
visita cardiologica dell'ospedale di Ciampino, Asl Roma H? Nelle
altre province la situazione non e' certo migliore: 270 giorni di
attesa all'ambulatori ospedalieri di Terracina, Asl Latina, per
un esame del fondo oculare, 255 giorni all'ospedale Pontevorvo,
Asl Frosinone, per un'ecografia dell'addome completo, 105 giorni
all'ospedale Magliano Sabina "Marzio Marini", Asl di Rieti, per
un eco(color)doppler dei tronchi sovra aortici, 179 giorni
all'ospedale di Civita Castellana, Asl Viterbo, per un'ecografia
del capo e del collo. Si e' tentato di procedere con la medesima
indagine prendendo in esame le aziende ospedaliere Tor Vergata,
san Filippo Neri, san Camillo-Forlanini, Policlinico Umberto I,
sant'andrea, san Giovanni-Addolorata. Nessuna delle sei ha
pubblicati sui propri siti i tempi d'attesa per le prestazioni
sanitarie. Il San Giovanni-Addolorata non ha addirittura un sito
on-line attraverso cui l'utente puo' accedere alle informazioni
inerenti l'Azienda;
E ancora: - Intramoenia: secondo il Nsis, il sistema di
integrazione delle informazioni sanitarie del ministero della
Salute, nel Lazio l'importo fatturato per le prestazioni
sanitarie, erogate nell'ambito della libera professione
intramuraria, dal 2001 al 2009 e' stato pari a 905.409 euro.
Numeri, questi, che hanno fatto del Lazio la 12esima regione
d'Italia per i ricavi per prestazioni sanitarie erogate in regime
intramoenia;
- Stipendi d'oro dei top manager della sanita': volendo fare una
stima approssimativa, analizzando i dati in nostro possesso, la
retribuzione lorda annua media dei direttori della sanita' nel
Lazio si aggira intorno ai 150.000 euro, fatta eccezione per il
direttore generale della Asl Roma C che arriva a guadagnare,
sempre in lordo, piu' di 184.000 euro. E i dirigenti? Per loro la
retribuzione lorda annua si discosta solo di poco da quella
percepita dai direttori, assestandosi mediamente intorno ai
110.000 euro con punte che superano i 168.000 euro per un
dirigente della Asl di Frosinone.
Secondo Codici, "l'esigenza di 'spendere meglio' e' uno degli
obiettivi fondamentali per una buona politica della salute, che
deve essere programmata con rigore e serieta'. Livelli elevati di
efficienza, efficacia e trasparenza sono obiettivi irrinunciabili.
Pertanto Codici propone: - Costo del personale medico: questa
voce occupa il maggior peso percentuale nella composizione della
spesa sanitaria, pari al 34,6%. Essa assorbe il 50% del totale
della spesa ospedaliera, un costo certamente eccessivo da
sostenere. Codici propone di ridurre drasticamente gli stipendi
dei dirigenti e dei top manager della sanita' con tagli non
inferiori al 20 per cento, e aumentare la produttivita' in
termini di qualita' e quantita' di servizio;
- Introduzione di obiettivi attinenti alla qualita' ed alla
quantita' delle prestazioni, nell'attribuzione di incarichi alla
dirigenza, anche in previsione del pareggio di bilancio e aumento
della produttivita';
- Blocco automatico della parte variabile dello stipendio dei
Direttori generali e di tutta la dirigenza degli enti che
gestiscono la sanita' della regione (Asl ed Aziende ospedaliere),
in caso di sforamento del bilancio di previsione e in rapporto
alla entita' del deficit;
- Deresponsabilizzazione dei medici: ancora ferme alla Camera ci
sono delle proposte di legge secondo cui medici ed infermieri non
risponderanno piu' dei danni che causano ai pazienti in
conseguenza di imprudenza, imperizia e negligenza, neanche dal
punto di vista disciplinare. Queste proposte di legge vogliono
escludere la responsabilita' anche per colpa grave. Codici ha
avviato la campagna 'Indigniamoci' al fine di bloccare questo
processo.
- Controllo da parte dei cittadini: e' necessario attivare tutti
gli strumenti di partecipazione previsti dalla legge, tra questi
le carte dei servizi, le quali devono essere rimodulate sulla
base delle esigenze poste in essere;
- Il riordino della rete ospedaliera: il modo migliore per
operare una corretta riorganizzazione della rete non e' quello di
tagliare i posti letto senza preventivamente dotarsi di un
programma che evidenzi i problemi delle aree interessate, le
cifre, le stime e gli obiettivi da raggiungere;
- Introduzione di obiettivi attinenti alla qualita' ed alla
quantita' delle prestazioni, nell'attribuzione di incarichi alla
dirigenza, anche in previsione del pareggio di bilancio e aumento
della produttivita'.
"Concludendo- ha dichiarato il segretario nazionale Ivano
Giacomelli- Codici chiede un incontro al governatore del Lazio,
Renata Polverini e annuncia che a breve presentera' una proposta
di legge sui diritti del malato".
(Wel/ Dire)
|