(DIRE - Notiziario Sanita') Milano, 28 mag. - Sono gli
"alcolpop", piu' genericamente conosciuti come "soft drink", il
vero "cavallo di Troia" per l'abitudine al consumo di alcolici
tra i piu' giovani. A lanciare l'allarme e' stato questa mattina
a Roma Corrado Celata, della Asl di Milano, dipartimento delle
dipendenze, nel corso del convegno "La trasgressione in
adolescenza tra crescita e disagio". I soft drink, le bevande
cioe' a basso contenute di alcol, sono solo apparentemente
innocui, il loro obiettivo e' invece quello di "educare al gusto
degli alcolici, come per esempio il rum il palato dei piu'
piccoli, che altrimenti non consumerebbero questo tipo di
liquori".
Una moda quella degli "alcolpops", in crescita, che si sta
affermando sempre di piu' tra gli adolescenti. Tra i consumi di
bevande i soft drink si piazzano, infatti, subito dopo il vino e
la birra. "Questo e' il segno anche di un mutamento culturale nel
consumo, segnato per esempio dalla moda dell'aperitivo- continua
Celata. Secondo un'indagine dell'Istituto superiore di sanita'
infatti e' aumentato del 35% il numero dei ragazzi che consumano
alcolici fuori pasto". Secondo Celata in aumento e' anche la
"preconizzazione" del consumo di sostanze, che avviene intorno
agli 11-13 anni. Un fenomeno che coinvolge sempre di piu' anche
le femmine, prima piu' restie ad assumere alcol rispetto agli
amici maschi. "La differenza di consumo tra maschi e femmine si
sta annullando- sottolinea- assumono piu' o meno le stesse
sostanze e in uguali quantita'".
Anche il consumo di alcol e droghe rientra nelle trasgressioni
giovanili, che secondo Milano Santerini, dell'Universita'
Cattolica di Milano, vanno affrontate secondo un approccio
multidisciplinare. "Le forme di trasgressione sono in aumento
perche' viviamo in una societa' narcisistica, profondamente
individualista dove si tende a ridurre la responsabilita' civica-
ha detto. Secondo Santerini ad aumentare sono in particolare le
forme di violenza gratuita ma anche quelle legate alle
tecnologie. Da sfatare inoltre il pregiudizio che siano i minori
immigrati i piu' aggressivi. "La devianza minorile straniera si
concentra nei reati legati al patrimonio, perche' e' una devianza
da penuria, - afferma- mentre quella degli adolescenti italiani
si esplica piuttosto nei reati contro la persona".
(Pic/ Dire)