(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 mag. - E' stata la prima
persona al mondo a subire un trapiantato di polmoni nonostante
fosse Hiv positivo. Ed e' stato l'Ismett di Palermo (Istituto
mediterraneo per i trapianti e le terapie ad alta
specializzazione) a tentare una strada che tutti gli altri centri
gli avevano negato. Questa e' la storia di Gino Vespa, ex
insegnante, abruzzese, classe 1962, unico protagonista italiano
di "Verso Ovest, un soffio nuovo", il film-documentario di
Fre'de'ric Lebugle co-prodotto da Costa-Gavras, e presentato oggi
a Roma, voluto per far conoscere la fibrosi cistica e
sensibilizzare alla donazione di organi. "E' stato un grande
sforzo raccontare se stessi, la propria sofferenza, i motivi
della propria emarginazione, quando i compagni di scuola si
allontanavano perche' credevano che avessi la Tbc, i momenti di
depressione".
A Gino la malattia gli e' stata diagnosticata che aveva 9 anni.
Sua sorella e' morta sempre di fibrosi cistica nell'89. La loro
infanzia l'hanno trascorsa dentro e fuori gli ospedali, "tra
continui ricoveri, tosse, febbre, infezioni, cercando di
proteggere i nostri genitori e pensando a come sarebbe stata la
nostra morte. I miei amici di sanatorio di allora, infatti, non
ce l'hanno fatta", racconta. "A me fortunatamente la vita non e'
stata preclusa: anche se non ho potuto lavorare in Alitalia ho
fatto l'insegnate, il docente e anche il sindacalista. Quando ero
all'universita' di Perugia i miei studenti venivano a prendermi
in macchina perche' dovevo trasportare le bombole".
"Non so come ho preso l'Hiv - continua Vespa -. Vorrei dire di
aver contratto il virus durante un rapporto, ma erano gia' 3 anni
che ero sotto ossigenoterapia e quindi senza una vita sessuale.
La mia capacita' polmonare si era ridotta al 12%. Poi nel 2007 il
trapianto: la rinascita. E' in quell'anno che ho scoperto cosa
significasse vivere. Ora sono un pensionato che si impegna nel
volontariato, con la Lega italiana fibrosi cistica, e nel
sindacato. La mattina, quando mi sveglio e respiro, ho come la
sensazione di volare. La sera, invece, prima di addormentarmi,
penso sempre a quel ragazzo di 17 anni i cui genitori hanno
deciso di donare gli organi e grazie ai quali sono vivo".
(Wel/ Dire)