(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 mag. - Tra le segnalazioni
al Tribunale dei diritti del malato, sono aumentate negli ultimi
anni quelle delle famiglie che vivono al loro interno il problema
del disagio mentale: "Denunciano, soprattutto le donne tra i 23 e
i 53 anni, l'insostenibilita' della situazione familiare". Lo ha
riferito Francesca Moccia, coordinatrice del Tribunale promosso
da Cittadinanzattiva, all'incontro nazionale dell'Unasam svoltosi
questa mattina presso il Centro Congressi Frentani. Il 25% delle
segnalazioni - parente, amico, lo stesso paziente - evidenzia
l'assenza di una rete utile ed efficace in grado di prendere in
carico la situazione sul territorio: manca la continuita'
terapeutica", ha riferito Moccia, sottolineando che si fa sentire
in questo periodo di crisi "l'insostenibilita' economica di
rivolgersi a strutture private, con costi proibitivi". Un'altra
difficolta' espressa dagli utenti del Tribunale dei diritti del
malato e' l'accesso non facile alle cure pubbliche, a motivo
della "riduzione di servizi per mancanza di fondi: i Centri di
salute mentale sono carenti, troppo brevi le psicoterapie
garantite dal pubblico". E cresce tra le famiglie anche il
disorientamento e il bisogno di informazioni: "Non sanno a chi
rivolgersi per sapere quali opportunita' di cura ci sono in
ambito psichiatriaco", osserva Moccia.
Non mancano le denunce di maltrattamenti e dell'uso di mezzi di
contenzione fisica e farmacologica, senza dimenticare che i
farmaci hanno effetti collaterali spesso non monitorati;
raddoppiate, rispetto al 2007, le denunce sul Trattamento
sanitario obbligatorio (Tso), che provoca "un grave disagio ai
pazienti" e viene ritenuto "inutile e inappropriato".
Cittadinanzattiva si e' dichiarata disponibile a promuovere
insieme all'Unasam corsi di formazione del personale sanitario
che si occupa di pazienti psichiatrici. "Vogliamo che la Consulta
nazionale delle associazioni per la salute mentale, presso il
ministero della Sanita', sia rinnovata perche' ricominci a
confrontarsi con le associazioni e si possano cosi' prendere
decisioni condivise a favore dei pazienti e delle loro famiglie".
(Wel/ Dire)