STUDIO USA: A RISCHIO IL 10% DELLA POPOLAZIONE INFANTILE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 mag. - Pubblicata in USA
sulla nota rivista scientifica "Pediatrics" una nuova ricerca
sull'intossicazione da pesticidi collegata all'iperattivita' dei
bambini: i ricercatori hanno localizzato tracce di insetticidi
nell'urina dei bambini, riscontrando come quelli con livelli piu'
alti di tracce di polifosfati sono quasi due volte piu' a rischio
di sviluppare ADHD (la sindrome dei bambini distratti e troppo
agitati, ndr) rispetto a quelli con livelli normale di
contaminazione. "C'e' una preoccupazione crescente circa il fatto
che questi insetticidi possono essere direttamente correlati
correlati con l'ADHD - ha dichiarato all'agenzia di stampa
Reuters il dott. Marc Weisskopf, della Scuola di Harvard di
Salute Pubblica, che ha lavorato allo studio - e quello che
questa ricerca ha messo in chiara evidenza - ha aggiunto
Weisskopf - e' che tutto cio' e' vero anche alle concentrazioni
piu' basse".
Gli organofosfati furono originariamente sviluppati per la
guerra chimica, e successivamente ampiamente utilizzati in
agricoltura, nonostante i sospetti di tossicita' per il sistema
nervoso. Weisskopf ha rilevato come la presenza di questi agenti
chimici nel cibo possa generare alcuni tra i sintomi
comportamentali piu' comuni per l'ADHD, come ad esempio
l'eccessiva impulsivita', in ampie fascie di popolazione
infantile, pari a circa il 10% dei bambini USA. "Siamo sempre
stati dell'opinione, e i fatti ora ci stanno dando ragione - ha
dichiarato il Dott. Paolo Roberti di Sarsina, Dirigente di
Psichiatria all'AUSL di Bologna - che principalmente nell'ADHD ma
anche in altre patologie come l'autismo, sono coinvolti fenomeni
di intossicazione ed avvelenamento: soggetti che sono
costituzionalmente piu fragili, risultano sovraesposti a questi
fattori, stesso dicasi per tutta una serie di coloranti
artificiali che troviamo nelle piu' comuni caramelle e merendine.
In futuro vedranno la luce sempre piu' ricerche in quest ambito,
che confermeranno la necessita' di un alimentaione "sostenibile"
del bambino e anche della donna fin dalla prima gravidanza".
(Wel/ Dire)