DISABILITÀ. NUOVA CLASSIFICAZIONE, LE REGIONI SPERIMENTANO
NUOVO PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE, "ORA SERVE UNA LEGGE"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 mag. - Valutare in modo
diverso la disabilita'? Si puo' fare. "Se ci fosse la volonta'
politica, i tempi sono maturi affinche' la legislazione italiana
adotti, entro 2-3 anni, un sistema di accertamento unico fondato
sul concetto di disabilita' che da' la Convenzione Onu per i
diritti delle persone disabili e sull'Icf, la Classificazione
internazionale del funzionamento della disabilita' e della salute
proposta dall'Organizzazione mondiale della sanita', che tiene
conto anche dei fattori ambientali nel valutare la persona come
ad esempio le barriere, le facilitazioni, le relazioni
familiari". Lo dice Carlo Francescutti, responsabile del Centro
collaboratore italiano dell'Oms per le classificazioni
internazionali, e lo dicono anche i risultati del progetto "Messa
a punto di protocolli di valutazione della disabilita' basati sul
modello biopsicosociale e la struttura descrittiva dell'Icf"
presentati a Roma nel corso del convegno "Che cos'e' e come si
valuta la disabilita'? Opportunita' e prospettive di un approccio
basato su diritti e Icf per un ripensamento del welfare".
Il progetto ha sperimentato, in sette regioni italiane (Friuli
Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana,
Puglia, Calabria) piu' la provincia autonoma di Bolzano e su una
casistica di 1.050 persone disabili (di cui il 40% minorenni),
che "e' possibile superare la frammentazione esistente, basata su
certificazione dell'handicap, accertamento dell'invalidita'
civile e non autosufficienza, e definire un nuovo e unico modello
di valutazione della disabilita'", spiega Francescutti. La messa
a punto di nuovi protocolli basati sull'Icf e' stata voluta dal
ministero della Salute e da quello del Lavoro e delle politiche
sociali e coordinata dall'Agenzia regionale della sanita' del
Friuli Venezia Giulia (in quanto Centro collaboratore italiano
dell'Oms per le classificazioni internazionali) in collaborazione
con l'Istituto "Medea La Nostra Famiglia" di Conegliano Veneto;
l'Istituto neurologico "Carlo Besta" di Milano; l'Istat e Italia
Lavoro.
L'obiettivo del progetto, partito nel 2007, e' stato quello di
"considerare in modo piu' appropriato i bisogni delle persone e
delle loro famiglie per arrivare a formulare un progetto
veramente personalizzato, che prenda realmente in carico i
soggetti, in un raccordo sempre piu' stretto con le politiche
locali di welfare", dice Francescutti. "Oggi invece il sistema e'
ancora troppo frammentato". Servizi sanitari,
socio-assistenziali, riabilitativi, integrazione scolastica,
inserimento lavorativo, trasporti: ognuno fa per se'.
Partecipando alla sperimentazione, le singole regioni e le
unita' operative territoriali "hanno dimostrato che la cosa e'
fattibile", continua il responsabile del Centro collaboratore
italiano dell'Oms per le classificazioni internazionali: hanno
definito e adottato protocolli sia valutativi sia operativi,
formato gli operatori, disposto gli strumenti informatici
necessari per la gestione dei dati e, piu' in generale, hanno
preparato il nuovo modello per accertare la disabilita'. "Tanto
che in Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Marche
la classificazione Icf e' gia' operativa e anche Italia Lavoro,
l'agenzia governativa di assistenza tecnica alle istituzioni sui
temi dell'occupazione, e' gia' pronta a trasferire il nuovo
sistema di valutazione ai vari livelli nazionali e locali",
prosegue Carlo Francescutti. "Quello che serve ora e' solo un
provvedimento normativo che dia il via a un nuovo modo di
concepire la disabilita' con la consapevolezza che, se cambia il
punto di vista, cambiera' anche il panorama. E allora le
politiche per la disabilita' dovranno pensare a una diversa
allocazione delle risorse e decidere le priorita' di intervento".
(Wel/ Dire)
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