(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 14 mag. - Gli uomini fumano
di piu', ma le donne fanno piu' fatica a smettere. Nel mese della
prevenzione contro le 'bionde' la Regione Emilia-Romagna
organizza tante iniziative per sensibilizzare i cittadini, in
particolare le donne e i giovani. Dal bavaglino per i neonati
alle borsine per la spesa fino al porta-cellulare o I-pod, tutti
con la scritta "Grazie non fumo". In diversi ospedali (come al
Bufalini di Cesena), per esempio, a tutte le mamme che
partoriscono in maggio sara' regalato il bavaglino. Mentre il
porta cellulare e il porta I-pod sara' donato agli studenti delle
scuole, per i quali sono in corso molte iniziative. E poi ci sono
i Centri antifumo all'interno dei Sert, i Dipartimenti di sanita'
pubblica degli ospedali o gestiti dalla Lega Italiana per la
Lotta contro i Tumori. Se ne parla sul sito saluter.it dove la
Regione ha pubblicato un lungo e dettagliato articolo sul fumo,
nel quale non mancano i dati.
Si scopre cosi' che oltre il 90% dei fumatori smette di fumare
senza alcun aiuto, perche' il fattore essenziale e' sempre la
motivazione che si ha per smettere. E' anche vero che ogni anno
circa il 37% dei fumatori cerca di smettere, ci prova una o due
volte e non ci riesce. Si tratta, in questo caso, di forti
fumatori che hanno sviluppato una forte dipendenza dalla
nicotina, non ce la fanno da soli e avrebbero bisogno piu' di
altri di accedere a un Centro antifumo.
Nei Centri, dunque, si puo' trovare sia un aiuto farmacologico
che il sostegno psicologico di un conduttore di gruppo
specializzato e di altre dieci o dodici persone con le quali ci
s'incontra per due o tre mesi e si fa un percorso comune,
spiegano Mila Ferri, responsabile del Servizio salute mentale e
dipendenze patologiche della Regione Emilia-Romagna, e Anna Maria
Ferrari, medico specialista in igiene ed epidemiologia dell'Ausl
di Reggio Emilia e coordinatrice del progetto regionale tabagismo.
Dopo l'entrata in vigore della legge che dal 10 gennaio 2005
ha esteso il divieto di fumare a tutti i locali aperti al
pubblico e ai luoghi di lavoro sono aumentati gli accessi ai
centri. E i dati che emergono dalle valutazioni effettuate a
distanza di sei mesi e un anno sono in linea con quelli
nazionali: dopo un anno riesce a non ricominciare piu' a fumare
dal 30 al 40% degli ex fumatori.
La Regione tiene poi particolarmente a contrastare la "pessima
abitudine" di fumare a casa in presenza di bambini. Il fumo
passivo nel corso dell'infanzia puo' provocare otite media, asma,
bronchite e polmonite. Attraverso lo studio Passi nazionale,
comunque, si nota che oltre il 70% delle persone intervistate non
fuma a casa. Anche se c'e' un 6-7% di case nelle quali si fuma
dappertutto, con bambini esposti. Ecco perche' in Emilia-Romagna
c'e' un progetto di collaborazione con i pediatri che tende a
sensibilizzare i genitori sugli effetti negativi del fumo
passivo: i pediatri parlano con i genitori durante le visite
periodiche, vanno a parlare nelle scuole e distribuiscono
materiali informativi
(Wel/ Dire)