(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 lug. - Uno studio condotto
da ricercatori dell'Istituto di neuroscienze del Consiglio
nazionale delle ricerche di Pisa e Milano (In-Cnr) dimostra che
l'interazione tra segnali multisensoriali puo' avvenire gia' a
livello delle cosi' dette aree primarie, ovvero non appena le
informazioni sensoriali arrivano al cervello. La scoperta
suggerisce una revisione dei modelli di base della fisiologia del
cervello sensoriale.
"La percezione coerente del mondo esterno che ci permette di
muoverci e agire in maniera efficace- spiega Maria Concetta
Morrone, coordinatrice del gruppo- non e' un processo passivo e
automatico, come si potrebbe pensare data l'immediatezza e la
precisione della nostra percezione, ma e' il risultato di
complesse computazioni operate dal nostro sistema nervoso
centrale. Quali meccanismi cerebrali e quali aree corticali
consentano quest'integrazione rimane un problema irrisolto. La
visione classica e' che la fusione delle informazioni provenienti
dai diversi sensi avvenga solo dopo che ciascuna di esse e' stata
analizzata dalla circuiteria nervosa specializzata per quella
specifica modalita' dopo essere entrata a far parte della nostra
esperienza cosciente".
Lo studio, pubblicato sulla rivista 'Current Biology', secondo
Claudia Lunghi, coautrice della ricerca, "pone seri dubbi
riguardo a quest'ipotesi, dimostrando che stimoli visivi e
tattili possono essere integrati anche senza essere percepiti
coscientemente e che l'integrazione puo' avvenire gia' a livello
dei primissimi stadi dell'elaborazione visiva, ovvero a livello
della corteccia visiva primaria".
Dalla ricerca risulta che l'informazione tattile "e' in grado di
influenzare in maniera assai specifica un particolare fenomeno
visivo che si chiama 'rivalita' binoculare'.
Quando due immagini diverse vengono presentate contemporaneamente
ai due occhi il cervello va in confusione: non le combina ma
lascia che si alternino e competano per raggiungere la nostra
coscienza", aggiunge la ricercatrice dell'In-Cnr.
"Se, ad esempio, un occhio 'vede' un reticolo orizzontale e
l'altro un reticolo verticale, il cervello ne vede uno solo per
volta: verticale e orizzontale dominano la percezione
alternativamente. Il segnale relativo all'immagine soppressa
rimane confinato ai primi stadi del sistema visivo, le aree
visive di piu' alto livello elaborano solo lo stimolo mentre se
ne ha percezione cosciente, ma non mantengono traccia dello
stimolo 'soppresso'".
I ricercatori "hanno pero' dimostrato che un segnale tattile
congruente con lo stimolo visivo soppresso durante la rivalita'
binoculare e' in grado di rafforzarne il segnale a tal punto da
riportarlo a coscienza". Ad esempio, precisa Paola Binda,
dell'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano, "se
l'osservatore sta vedendo il reticolo orizzontale ma tocca un
reticolo verticale, nella maggior parte dei casi la dominanza
dell'orizzontale sara' interrotta e l'osservatore tornera' a
'vedere' verticale, ristabilendo la congruenza tra lo stimolo
visivo e tattile". Quindi "un segnale tattile puo' interagire con
quello visivo anche quando questo si trova al di fuori della
consapevolezza: l'interazione ha luogo gia' a livello della
corteccia visiva primaria".
I risultati, spiegano dal Cnr, "possono rivestire
un'importante applicazione clinica". Nei pazienti non vedenti,
per esempio, "la corteccia visiva primaria e' reclutata per
l'elaborazione dell'informazione tattile, e questa ricerca
dimostra che le connessioni tra corteccia somatosensoriale e
visiva non vengono create ex novo, ma sono un corredo naturale
del sistema".
(Pic/ Dire)